giovedì 30 aprile 2020

Riflessioni e gioiosa separazione

Oggi il cielo è grigio e nuvoloso, ha appena smesso di piovere, ma le nuvole sono ancora cariche d’acqua e di certo fra poco ricominceranno a lasciarla cadere. La terra ne ha bisogno, i fiumi ne hanno bisogno, e così le montagne. Ne ho bisogno anche io, ho sete di pioggia, ho bisogno di ascoltare il suo ticchettare, di vedere le gocce rimbalzare nelle pozzanghere, di respirare il suo profumo. In casa, oggi, respiro finalmente la pace.
Sto lasciando andare, sto abbandonando, mi sto allontanando da ciò che mi ha intrappolata e mi ha fatto molto più male che bene. La grossa, pesante e puzzolente nuvolona nera creata dalle persone e dalle loro brutture, si sta allontanando. Grava sulle loro teste, e loro la emettono e la respirano, in un circolo vizioso di cui non hanno coscienza, e che certamente apprezzano.
Oggi l’aria è più pulita, la mia mente è più libera. Accoccolarmi nella malinconia, ascoltare la tristezza, sfogare le lacrime, è per me un rito magico, un modo per attraversare la tempesta interiore, viverla, ascoltare ciò che ha da dirmi, e poi lasciarla andare, rigenerata, acquietata, serena, e in contatto con me stessa.
Da qualche ora la candela bianca sta illuminando il mio studiolo, la sua luce tremola e sembra che danzi al ritmo della pioggia. Davanti ad essa un bastoncino d’incenso, prima di ambra, ora di arancia e cannella, si consuma lentamente in fragranti volute di fumo. Osservo quella linea flessuosa che sale verso l’alto, e la pace che giace nel mio cuore e nella mia pancia si espande e mi fa pervenire silenziosi messaggi di gioia, di presenza, di benessere.
Mi sento di nuovo in armonia con l’esterno, quello naturale, armonioso, bellissimo.
Ho chiuso le porte all’esterno vociante, caotico, squilibrato delle persone, e quella sottile connessione con la Grande Madre sta riemergendo e sta guarendo il mio corpo e la mia mente.
Avrei dovuto farlo prima, tagliare, chiudere, ergere barriere insormontabili verso tutti, senza più disperdere energie, senza più ascoltare l’inascoltabile, cercare di comprendere l’incomprensibile, ma va bene, lo sto facendo adesso, e farò in modo di continuare a farlo. Sempre di più, in modo sempre più definitivo.
(…)
Sono così felice adesso, mi sento così sollevata e alleggerita, ho solo voglia di sorridere, di danzare al ritmo della pioggia, di sciogliermi nella sua dolce e liquida bellezza.
(…)
Finalmente sono di nuovo qui, presente a me stessa, e grata per la bellezza della natura, per la bellezza della pioggia che lava via ogni cosa e lascia tutto limpido, fresco, leggero e pulito.
Sono qui, avvolta nel profumo dell’incenso all’arancia e cannella, nel tenue bagliore caldo delle candele, nella pace che finalmente sento di nuovo.
Fotografia raccolta da Pinterest

Il mio Diario

Questo è il mio nuovo diario, un diario per pochi, un diario che, se si vorrà leggere, dovrà essere cercato.
Questa è una parte della mia casa, una stanza nuova solo per me, pulita, fresca, silenziosa, illuminata da una candela sempre accesa. La mia fiamma sacra, quella che mi collega al fuoco della Grande Madre, e alla sua sacra presenza dentro di me: la mia anima ardente di gioia, di amore, di vita.

Chi vorrà, potrà cercarmi, e saprà dove trovarmi.
Illustrazione di Yelena Bryksenkova