sabato 10 ottobre 2020

Sacerdotessa del mio Tempio

Ripenso ai miei primi passi lungo il sentiero della Grande Madre, quando ancora non sapevo quali direzioni avrebbe preso la mia strada e cosa la mia anima avrebbe scelto di ascoltare e seguire, e mi rendo conto di una cosa su cui ho sempre evitato accuratamente di soffermarmi. Forse perché non mi sentivo degna di pensarlo.
Ma ho bisogno di farlo, e lo faccio adesso.
La prima cosa che ho sentito la necessità di fare quando ho iniziato a cercare, e a camminare, e a sentire il richiamo verso le vie antiche, come se non potessi percorrere alcun sentiero senza compiere questo passo, è stato creare il mio Tempio della Ninfa. Poteva sembrare un semplice sito virtuale, eppure per me, e per pochi altri, era molto di più. È, molto di più.
È sempre stato il tempio che non potevo creare con pietre e cemento, un luogo impalpabile che pur tuttavia esiste, e che mantengo vivo, da allora, ogni giorno, da più di diciassette anni. La fiamma ardente che respira al suo interno sin dall’inizio non si è mai spenta, anche quando è scomparso per qualche tempo, per poi ricomparire.
In questo tempio, e qui soltanto, sono la sacerdotessa che veglia, giorno e notte.
Sono la sacerdotessa che preserva il fuoco, che mantiene l’armonia, che cerca le parole e le storie giuste, la tramite perché questa saggezza antica possa essere trasmessa, e conosciuta ancora oggi.
Non sono la Ninfa del Tempio, come qualcuno può aver pensato, e questo non l’ho mai rivelato a nessuno.
Il Tempio della Ninfa è un tempio in cui la Ninfa è l’anima divina della natura e della casa, è la Dea arcaica, è Madre, Sorella e Figlia, Vecchia saggia ed eterna Bambina.
E io sono colei che la cerca, la serve, la onora con Amore assoluto.
Per questo nel Tempio della Ninfa entra solo ciò che è bellezza, in tutte le sue accezioni, ovvero in ciò che è luce e in ciò che è buio.

Questo è il mio tempio, nel quale sin dal principio non ho mancato un giorno di vegliare, di servire, di stare, ovvero di essere presenza viva.
E così sarà sempre, fino a quando le sue mura intoccabili potranno resistere al progresso, che demolisce l’antico in favore di un nuovo che pur tuttavia è già vecchio.
E anche quando queste mura invisibili cederanno, non avrò pace fino a quando le avrò ricostruite, così che il Tempio possa continuare a vivere, ad offrire luce e antiche parole, memorie di antichi riti e vera magia, e ad essere accessibile ovunque vi sia chi lo cerca e, forse, lo riconosce.
E forse un giorno vi saranno mura di pietre e cemento, un fuoco scoppiettante, e racconti narrati da voce e respiro. Forse un giorno, il Tempio della Ninfa vivrà anche nella materia.

E io sono e sarò sempre lì, sono e sarò sempre sua sacerdotessa.
La sua fiamma, e la mia, non si spegneranno mai.

Il Tempio della Ninfa

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