Mi sono scusata tante di quelle volte, anche quando non avevo alcuna colpa, che ho finito per credere di avere molte più colpe di quante ne avessi realmente, e di sbagliare dove in realtà non sbagliavo affatto. Il mio sacco delle responsabilità è sempre stato il più grande di tutti, anche se a guardarci dentro, non riconoscevo quasi nulla di veramente mio.
Per contro, non ho mai visto un atteggiamento simile nei miei confronti. E mi sono presa la colpa anche di questo, mentre chi stava dall’altra parte se ne è sempre andata/o indenne, e soprattutto incurante di ciò che le sue azioni – le sue, non le mie – potevano aver provocato.
In questo ultimo periodo ho capito che, nonostante i miei sforzi, magari impercettibili per gli altri ma molto faticosi da parte mia, tutto questo non è servito a niente.
E allora lascio la presa, accolgo questo cambiamento e lascio finalmente libera quella parte di me che non si tira indietro per paura di perdere qualcosa, ma sostiene ciò che sente, fino in fondo.
Spesso sono quella fuori posto, quella scomoda, inadatta e diversa – e il più delle volte lo sono. Non sono mai stata zitta davanti alle ingiustizie, e a ciò che io percepivo come ingiustizia, e chi mi conosce lo sa bene, ma dopo la prima fiammata mi sono sempre defilata, scusandomi per il calore del mio fuoco.
Ora non lascerò più che questo succeda. Lo devo a me stessa.
Ma con una differenza rispetto a tante altre persone. Non lascerò che ciò che sento e penso agisca su chi apprezzo e rispetto in modo esclusivo e separatista.
In poche parole, non mi comporterò come tante hanno fatto con me.
Sostenere ciò che sento, infatti, comprende anche sostenere ciò che sono, e certe cose semplicemente non mi appartengono.
Forse devo ringraziare molte situazioni generate da questo periodo di prova e rivelazione, perché stanno forgiando parti di me necessarie a permettermi di vivere in modo pieno. E le ringrazio, perché nel bene e nel male hanno portato chiarezza, pulizia e leggerezza, sia fuori, sia dentro di me.
Ringrazio e onoro le difficoltà, le gioie, le sofferenze, perché mettono alla prova la mia fedeltà e mi permettono di ritrovarmi ogni volta che, distratta da ciò che mi circonda, mi perdo.
Così posso riconoscere i frammenti nascosti della mia verità, sostenerli con coraggio, essere in pace con me stessa, e guardare il mondo con occhi liberi e puliti.
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