sabato 23 maggio 2020

La Stanza delle Erbe

Certe parole agiscono come un richiamo. Diventano chiavi per aprire piccole porte dimenticate, oltre le quali è nascosto qualcosa che vuole farsi conoscere o riscoprire. Può succedere in molte situazioni diverse, ma credo che ogni volta che una parola o una frase agiscono da richiamo, ovvero da chiave, sia sempre importante seguirle.
A volte sono parole-chiave che aprono porte oltre le quali si accede a paesaggi inaspettati, nei quali si delineano strade da scoprire e percorrere; altre volte le porte si aprono all’interno di stanzette polverose e piene di libri, di mazzolini di erbe appese ad essiccare, di boccette piene di essenze profumatissime, e di cofanetti di legno antico, dentro i quali sono conservati granelli di resine dorate, ricche di fragranti promesse.
Ed è proprio questa la porticina che ho voluto aprire, guidata da parole sentite quasi di sfuggita, che però hanno agito da richiamo e mi hanno costretta a fermarmi e ascoltare.
Sono tornata a cercare nei libri, per ricordare le proprietà sottili di erbe e fiori, ho riaperto flaconcini e il profumo che contenevano mi ha portata indietro nel tempo.
Mi sono innamorata di nuovo dei profumi che ho sempre sentito miei, e di quelli che riportavano alla memoria situazioni passate in cui la magia era stata viva e presente.
Ho sempre sentito un legame naturale con le essenze agrumate, sia ottenute dalla buccia degli agrumi spremute, come il bergamotto, l’arancia, il limone, il mandarino, sia da erbe aromatiche dal profumo simile ma più erbaceo, come la mia amatissima melissa, la verbena, la cedrina, il lemongrass, la litsea. Mi mandano quasi in estasi, e in esse mi riconosco.
Vi è però un’essenza che mi inebria completamente: quella di fiori d’arancio. La adoro in modo smisurato e vorrei nuotarci dentro ogni volta che la sento.

In quella stanzetta polverosa e profumata, ho ritrovato anche una vasta varietà di resine, e anche se di molte non ricordo il nome, ne ho spolverato pacchetti di carta e vasetti di vetro, ridando loro una considerazione che avevano perduto da tempo.

Adesso vorrei ricordare le antiche tradizioni ed energie sottili legate a questo misterioso e benefico regno vegetale. Voglio ricominciare ad esplorare questa stanzetta, spolverarla, rimettere a posto ciò che contiene – ogni vasetto, cofanetto o boccetta sul proprio scaffale – e all’occorrenza, utilizzare i suoi erbacei tesori.
Non ho nulla di particolare da chiedere, nessun desiderio da realizzare preparando pozioni e formule magiche, solo un pochino di pulizia e chiarezza, purificazione e protezione dalle energie caotiche e pesanti che riempiono il mondo degli esseri umani; e armonia, soprattutto, da offrire e ricevere, in uno scambio reciproco con i reami spirituali.
Il solo gesto di offrire fragranze e buone energie alla Grande Madre e alle entità sottili, ovvero al loro spirito immanente che accoglie, rigenera e restituisce, mi fa sentire bene.
Forse perché per me è questa, soprattutto, la magia verde. Semplicità e naturalezza, offerte che vengono dal cuore, e in caso di necessità, gentili preghiere rivolte al sole, alla luna, alle stelle, nella certezza che si verrà ascoltate.
Perché, che lo si creda oppure no, si viene sempre ascoltate.
Illustrazione di August Ro

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