venerdì 1 gennaio 2021

Riposare in me stessa

Mi guardo indietro e mi rendo conto del valore che ha avuto per me questo anno appena passato. Per questo scriverò un piccolo resoconto, come faccio sempre, ma lo terrò per me. Non vorrei mancare di delicatezza con le molte, moltissime persone che invece lo hanno vissuto male, per vari motivi. C’è però qualcosa che voglio scrivere. Da alcuni anni vivevo nella costante necessità di cercare, e cercare, e cercare qualcosa che era sempre fuori di me, in posti che avrei voluto visitare, in viaggi che sentivo di voler fare ma che riuscivo solo in parte a realizzare veramente, in qualcosa che era sempre , e mai qua. Ho vissuto per tanto tempo nella sensazione di non fare abbastanza, di non essere capace a muovermi come avrei voluto, di non essere in grado di toccare con mano cose lontane e di posare i miei piedi su vie sconosciute, che sentivo – e sento ancora, ma in modo diverso – mi stavano chiamando. Vivevo bene e serenamente, ma con un costante, a volte lieve a volte intenso, senso di colpa per non riuscire mai a fare ciò che volevo. O meglio… ciò che la mia testa voleva che facessi, mentre qualcosa d’altro, dentro di me, sbuffava un po’ annoiata.
Ebbene, quest’anno mi ha letteralmente proibito di cercare fuori, lontano, qualsiasi cosa. E nel momento in cui ho accettato questa condizione, perché necessaria, la mia testa insoddisfatta ha taciuto.
Ha taciuto.
Finalmente.
Niente più sensi di colpa, niente più sensazioni di non fare abbastanza, di non uscire abbastanza, di non muovermi abbastanza. Mi sono fermata, ho trovato silenzio, e piano piano il mio centro è cambiato.
Non era più un centro lontano, che cercavo chissà dove pur avendo già ben presente dove fosse – dato che parecchi anni fa, completamente priva di istinto di viaggiare e di cercare percorsi lontani e particolari, avevo già vissuto in quel luminoso stato di ricchezza perenne, e il ricordo mi creava nostalgia. Era, ed è, e sarà sempre un centro che avevo bisogno di ritrovare dentro, nell’immobilità e nell’impossibilità di posare gli occhi in un luogo che non fossi soltanto io.
E così, poco a poco, mi sono ritrovata. Poco a poco ho ritrovato il mio centro, e più mi ci sono ancorata, più ho ricominciato a vedere e a sentire le cose, come se fossero – e lo sono – illuminate.

Ora mi ritrovo, al termine di questo anno, veramente ricca. Ricca di una ricchezza completamente diversa di quella che viene dal denaro.
E anche se sono stanca, disillusa nei confronti della maggior parte degli esseri umani, e anche se ho tagliato davvero molti rami, alcuni secchi e già morti da tempo, alcuni invece ancora verdi, mi sento più piena e colma di frutti di prima.
Questo anno mi ha restituita a me stessa, mi ha permesso di riposare in me stessa, e a differenza dei più, io lo benedico.
Illustrazione di Taryn Knight