Spesso osservo le persone – l’ho sempre fatto – ascolto quello che dicono, osservo i loro modi, il modo che hanno di comportarsi le une verso le altre, ciò che appare per loro importante. Sento le loro emanazioni. E molte volte provo un senso di forte disagio, di vertigine, di malessere fisico. Non potrei mai vivere nelle loro scarpe, una vita piena di cose e priva di anima. Non capita sempre, certe rare volte ciò che vedo e l’emanazione che sento sono accoglienti, rincuoranti, benefici. Ma il più delle volte preferisco allontanarmi, e volgere lo sguardo – e le antenne – altrove. Sento la necessità di proteggermi da vite e situazioni per me insostenibili.
Quanto vuoto riescono a sopportare, riempiendolo di cose, senza rendersi conto che il vuoto resta vuoto. Io non potrei sopravvivere in quel vuoto, immersa nel vuoto col vuoto dentro.
Allora torno nella mia casa, chiudo le porte, quelle materiali e quelle magiche, accendo la fiamma, e mi immergo nel pieno della mia anima. La respiro, aria pura, la sento brillare, mi lascio cullare nella sua luce morbida e vibrante. E benedico la mia fortuna. La fortuna di vivere una vita piena di anima, di averla scelta da tanto tempo e di continuare a sceglierla e a viverla, ogni giorno.
Una vita animata dalla magia, costellata di doni, di segni e messaggi sottili che ogni volta mi guidano, mi illuminano, mi proteggono, mi permettono di correggermi e di ritrovarmi. E mi insegnano a vedere nel buio, a dispiegare le ali, a muovermi in sicurezza per la mia strada.
La riconosco, la mia fortuna, e la ringrazio con tutto il cuore.
È una tale benedizione vivere in un luogo
interiore
nel quale la luce è sempre accesa.