mercoledì 11 agosto 2021

Di rotte, stelle e grandi navi

Mi è capitato più volte di perdere la rotta, distratta dai contrasti e dalle disarmonie che tante, troppe volte emergono nella realtà circostante. Troppo rumore, spesso rabbioso, tramortisce e disorienta, e talvolta mi porta lontano da me stessa, verso luoghi che non amo.
Quando questo succede, mi fermo, mi siedo, e rimango in silenzio.
Cerco quella presenza calda e luminosa che mi abita dentro e resto lì, accoccolata, a sentirne il calore.
Spesso, quasi subito, iniziano ad emergere sensazioni sottili, che prendono la forma di messaggi, e la bussola dorata torna a segnare la direzione. La sua piccola freccia, però, non punta avanti, verso il nord. Punta dentro, verso il mio cuore, verso la stella che canta.
È allora che accadono le sincronie, che trovo quel che cerco, che si crea magia.

***

Qualche giorno fa, mentre lasciavo emergere parole e direzioni, e cercavo nuovi modi per mettere in pratica ciò che sento essere il mio compito senza subire troppi contraccolpi, mi è tornata alla mente una frase che avevo letto in un libro tanti anni fa.
Quando una grande nave è ormeggiata in porto, è al sicuro, non c'è dubbio. Ma… non per questo vengono costruite le grandi navi.” (Clarissa Pinkola Estès)
Ho ricordato quanto sia vero, e quanto sia sciocco anteporre il timore delle ferite all’importanza dell’agire nelle piccole e grandi battaglie. Così ho accolto il messaggio, l’ho lasciato depositare dentro di me, e ho ripreso ad agire attraverso l’ascolto e la scrittura.
Sono passati un paio di giorni, ho cominciato alcune ricerche, ho trovato alcune risposte, e sono rimasta in ascolto.
Nel mentre, mia mamma ha tirato fuori dalla libreria un libretto sulle grandi donne della storia, interessata anche lei a un argomento che stavo studiando, e ha iniziato a leggerlo.
Ieri mattina, poco dopo essermi seduta alla mia scrivania, ho notato quel libretto, lasciato aperto appositamente su una pagina precisa.
La pagina riguardava Grace Hopper, una grande informatica, matematica e militare che visse nel 1900. Non capivo come mai mia mamma avesse lasciato il libro aperto per me proprio su quella pagina, dato che non era di Grace Hopper che mi stavo occupando.
Poi ho letto la frase di apertura del breve testo su di lei:
Una nave in porto è sicura, ma non è per questo che sono costruite le navi.
Sono rimasta folgorata. Non era possibile che mia mamma sapesse che questo era uno dei messaggi che mi erano risuonati dentro pochi giorni prima.
Ho cercato di capire, senza riuscirci. Poi ho voltato pagina, ed eccola lì, la donna che stavo studiando.
Mia mamma aveva lasciato aperto il libro sulla sua pagina, per mostrarmela, ma un filo d’aria l’aveva voltata.
L’aveva voltata su Grace Hopper e sul messaggio che, lei per prima, aveva pronunciato, e che io avevo ricordato giorni prima, senza saperlo.

***

Che siano solo coincidenze o vere sincronie, che sia il caso o un soffio di magia, non sta a me dirlo, ma questo è ciò che succede, tante e tante volte, quando si agisce in armonia con la propria anima, quando la si ascolta e ci si lascia guidare dolcemente dalla sua voce.
Lasciare che tutto taccia, così che sia lei a parlare e a creare magia, che sia lei a mostrare la realtà, esteriore e interiore, e i modi per affrontarla e viverla nel modo più armonioso e fruttuoso possibile, dà un vero senso sacro alle proprie giornate.
E permette di non perdere la rotta, di non smarrirsi e dimenticare.
Ricorda, ripete.
Ricorda chi sei e dove stai andando.
Ricorda.

***

Che sia sempre la stella che canta, a guidare la nave.
Che la bussola dorata punti sempre verso l’interno,
dove lei abita,
così che la rotta non sia dimenticata,
e che il viaggio sia una benedizione
per se stesse e per gli altri.
Illustrazione di Anna Speshilova

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