lunedì 16 agosto 2021

Io sono Nessuno

Io sono Nessuno! Chi sei tu?
Sei 
 Nessuno – anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! ne parlerebbero – lo sai!

Com’è triste – essere – Qualcuno!
Com’è comune – come una Rana –
A dire il proprio nome – in un lungo Giugno –
Ad una Palude ammirata!


Emily Dickinson

***

Quanta libertà, quanta leggerezza, quanta bellezza nell’essere Nessuno.
Autodeterminarsi, continuamente, in lunghe file di epiteti, ruoli, definizioni, è un enorme – e inutile – dispendio di energia. Bisogna continuamente dimostrarlo, di essere tutto ciò che si ha determinato di essere. Bisogna provarlo con se stesse, e soprattutto con gli altri, per essere sempre credibili. Senza mai permettersi di scivolare, senza mai mollare la presa, sempre perfettamente rispondenti a ciò che si determina di essere.
Ma che fatica, che stanchezza – “che noia”, aggiungerebbe una vocina dentro di sé, che delle definizioni non se ne fa niente, e che è proprio stufa di sentirne.
Passiamo molto del nostro tempo a definirci, a riempire liste di ciò che pensiamo di essere, a compilare interminabili curriculum, così da sembrare tante cose, e da riuscire a venderci nel modo migliore.
E che disdetta, quando alla fine ci rendiamo conto che nulla di ciò che si ha definito, determinato e tentato di dimostrare a se stesse e agli altri, corrisponde al vero.

Eppure, è proprio nel momento in cui ci si concede di essere Nessuno che avviene la prima delle più grandi liberazioni. Il primo passo, indispensabile, verso la profondità della propria terra, e verso l’altezza del proprio cielo.
Quanta libertà si vive in quell’istante. Come se due grandi, candide ali d’uccello si dispiegassero finalmente dietro la nostra schiena, e il vento fresco passasse attraverso ogni singola piuma, accarezzandola.
Quanta leggerezza si prova in quel momento. Come se tutti i pesi si sollevassero dal cuore, tutti quanti e tutti insieme, ed esso diventasse lieve e libero come l’aria.
Viene quasi voglia di danzare, di abbandonarsi alla libertà assoluta, di volare verso altezze mai raggiunte prima.
Gli occhi finalmente si aprono, e vedono, riconoscendo le sbarre aperte della prigione lasciata dietro le spalle, così come tutte le prigioni ancora chiuse davanti a innumerevoli altre anime. Prigioniere di se stesse – non degli altri o del mondo, ma solo di se stesse – e incapaci di aprire le ali e alleggerire il cuore.
Incapaci di poter urlare, con tutta la gioia in corpo, “io sono Nessuno!”.

***

Uno dei primi passi sul cammino di trasformazione interiore, forse, è proprio questo.
Lasciar ricadere le definizioni, smettendo di averne bisogno, e abbracciare la libertà di essere Nessuno.
Perché solo essendo Nessuno, si potrà forse essere Tutto.
Illustrazione di Maggie Chiang

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