Eppure spesso la strada già tracciata è adatta solo a chi l’ha tracciata, e a nessun altro. E anche se è facile, perché basta solo seguire la corrente, non è detto che porti laddove chi la percorre vorrebbe o dovrebbe andare.
A me le strade già tracciate, soprattutto se affollate, non sono mai piaciute. E anche quando ho provato ad adattarmi, il tentativo è durato poco.
Come potrei rinunciare a scegliere ogni mio singolo passo, fosse anche quello che fa ruzzolare per terra o che porta a girare in tondo? Come potrei rinunciare a valutare attentamente ogni traccia, distinguendo ciò che può essere utile al viaggio, da ciò che invece porterebbe fuori strada?
Come potrei rinunciare a deviare di colpo la direzione, quando mi accorgo che lo scenario che appare non è quello che cerco e non riflette ciò a cui appartengo?
Sono troppo innamorata della scelta, fosse anche di quali sassolini calpestare e di quali saltare a piè pari.
Non sono fatta per aggregarmi, non lo sono mai stata. E le strade già tracciate non fanno per me.
Voglio guardare, esplorare, conoscere, toccare con mano, sperimentare, e scegliere, scegliere, scegliere.
Senza chiedere di essere seguita, o accompagnata, preferisco condividere ciò che di buono trovo lungo il percorso, che sia una piuma particolarmente bianca, una pietra particolarmente lucente, un frutto particolarmente dolce. E se questi possono guidare o nutrire altre viaggiatrici e altri viaggiatori, anche solo per un attimo, non posso fare altro che gioirne.
***
Più percorrerai la strada meno battuta,
meno compagne di viaggio avrai,
meno saranno coloro che ti cercheranno e ti ascolteranno.
È nella natura delle strade poco battute, essere sì solitarie e silenziose.
Si nascondono, e parlano sottovoce.
E non ti portano dove credi di voler andare,
ma dove forse puoi trovare ciò che non sai che stai cercando.
Illustrazione di Kathrin Honesta
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