venerdì 19 novembre 2021

Di grigio e di oro

Ci sono giornate uggiose e cupe che possono mostrare ancora di più la bellezza che vive dentro e attorno a noi, giornate in cui basta solo aprire gli occhi, o aprirli un pochino meglio, per lasciarsi pervadere da una gioia senza inizio e senza fine.
Giornate come queste, piovose e piene di nuvoloni grigi, con la nebbiolina che sale dalle campagne umide e un silenzio che sembra stendersi come una coperta sui rumori che la vita frenetica produce.

Appoggiata al termosifone caldo, osservavo il grigio, e vedevo il grigio.
Serena, tranquilla, ma rivolta con i pensieri altrove.
Poi uno scricciolo, dolce e minuscolo, è rimasto intrappolato dentro la veranda, e nel tentativo di metterlo fuori, l’ho osservato da vicino. Mi sono immersa nella sua dolcezza e purezza, in quel piccolo concentrato di amore dalle piume screziate e dalla coda corta e ritta.
Piano piano è riuscito a uscire, senza allontanarsi troppo come avevo immaginato. È rimasto ancora vicino e poi, svolazzando di ramo in ramo, è volato via.
Lui è volato via, ma non l’amore che mi ha trasmesso, non la gioia che mi ha risvegliato, o meglio, che ha portato alla mia attenzione, riportando lì il mio sentire e i miei pensieri.
Così quando sono rientrata in casa e mi sono riappoggiata al termosifone caldo, non ho più visto il grigio. Le foglie dorate delle betulle che vi si stagliavano davanti brillavano come fiammelle di gioia, colorando e illuminando le nuvole e la nebbiolina che sale dai campi umidi.
Ho visto ciò che prima vedevo senza vedere, e quell’oro mi ha riempito il cuore. Ancora adesso ci vivo immersa.
Quanta bellezza respira nel grigio delle giornate uggiose e cupe, quanta gioia cresce e riempie dentro quando si guarda meglio ciò che ci sta attorno e soprattutto dentro.
Ci si può specchiare in questa verità, vedendo il proprio riflesso nelle foglie dorate che si stagliano sul grigiore bagnato di pioggia.
Ed eccolo, il messaggio divino: coltiva l’oro nel grigio, immergiti in esso, sentilo dentro di te, e porta la sua luce gioiosa attorno.

Quanta gioia riempie dentro, quando invece di vedere senza vedere, si guarda meglio.
Quanta gioia cresce dentro quando, guardando il grigio, si vede l’oro.

A volte basta un piccolo messaggero di quella stessa gioia a creare la magia, a far risuonare l’incanto, ovvero il canto interno, il canto dell’anima che sorride e irradia lo stesso oro di cui sono intrise le foglie.
A volte è nel grigiore che pare triste che le magie più grandi si compiono.

In queste giornate grigie e dorate, fra gocce di pioggia e foglie brillanti, auguro a tutte e tutti di trovare la gioia d'oro nel cuore delle nuvole.
Fotografia di autrice o autore sconosciuta/o, raccolta da Pinterest.

venerdì 5 novembre 2021

Essere la propria Felicità

“Meriti di trovare qualcuno che ti renda felice.”

Questa è una delle frasi che ultimamente ho ascoltato, che spesso si dice e si sente, e che ogni volta mi lascia dentro un profondo disagio. Perché se fosse vera, io – e non solo io – avrei vissuto il mio percorso interiore inutilmente per quasi quaranta anni. E avendo fatto del percorso interiore, intimo e solitario, la mia unica vera ragione di vita, questa vita sinora l’avrei completamente sprecata.
Per fortuna ho camminato abbastanza per sapere che non è così, e che sono queste frasi ad essere profondamente sbagliate e oserei dire dannose.
Credo, ho sempre creduto, e sempre crederò, che la vera felicità sia uno stato d’essere interiore che solo e soltanto noi possiamo nutrire e realizzare. Perché non è qualcosa che viene dagli accadimenti esterni della nostra quotidianità, o che ci è concessa da qualcuno o qualcosa che arriva nella nostra vita, salvandoci dall’infelicità e dall’incompletezza, ma è il respiro stesso dell’anima imperitura che vive dentro, e prescinde da tutto. Un respiro luminoso, giocoso, che porta a toccare le stelle con un dito.
Dedico da sempre la mia vita alla ricerca della percezione animica, e spesso sento e vivo la gioia interiore di cui è fatta a prescindere da ciò che mi accade. Certe volte è molto forte, tanto da farmi sentire leggera e piena di luce, altre volte è lieve e silenziosa, coperta dalle nuvole, eppure sempre presente.
Aspetta che io mi liberi dalle zavorre e che la ascolti, perché è una gioia paziente.
Esiste, da innumerevoli vite, e non dipende da nessuno. Solo da chi ce l’ha dentro. Solo da chi è quella stessa gioia.
Perché nel profondo siamo esseri di anima. E l’anima è quella stessa gioia, quella stessa armonia. È puro amore. È vera felicità.

Perché mai, dunque, dovrei anche solo pensare di desiderare, o peggio, di avere bisogno, di qualcuno o qualcosa che arrivi a “rendermi felice”? Comprendo che chi non vive un percorso spirituale e non ha lavorato internamente, per tanti anni, su se stessa/o, possa pensare che serva un intervento esterno, estraneo a noi stesse/i, per ottenere la felicità, per essere “finalmente felici”. Ma non è così, non è affatto così. E finché si cercherà la felicità in posti diversi e lontani dal nostro centro numinoso, non la si troverà mai.
Si avrà al massimo una effimera percezione di felicità, passeggera o duratura, più o meno intensa, che non sarà mai stabile e sicura perché dipenderà sempre da condizioni esterne a noi, ma che ci farà credere di essere felici.
Questa però non è la vera felicità. Ne è un’eco, forse, e può essere estremamente piacevole, può dare addirittura la sensazione di essere complete, ma non è così.
Perché anche la completezza, l’integrità, che portano la gioia, la felicità, possono essere allo stesso modo trovate solo dentro di sé, possono essere coltivate e rese salde solo da noi stesse/i.
Da noi stesse/i e da nessun altro/a.

Chiediamoci se davvero, davvero abbiamo bisogno di qualcosa o di qualcuno che arrivi sul cavallo bianco a renderci felici, o se non sia meglio alzarci in piedi e trovare il coraggio di reclamare con forza la nostra vera felicità, quella preziosa, intima, indipendente e imperturbabile gioia che ci fa bastare a noi stesse/i e che porta ad essere veramente integre/i e complete/i.

Se poi, durante il percorso, si incontrerà qualcuna o qualcuno che contribuirà alla reciproca ricerca della gioia, senza metterla in difficoltà – come purtroppo spesso accade – ma sostenendola e alimentandola; qualcuno che ogni tanto offrirà – e riceverà – un abbraccio quando la stanchezza si farà sentire, e che non camminerà davanti a noi o dietro a noi, ma accanto a noi, per qualche breve momento o per un tempo più duraturo, questo sarà un bel dono da parte della vita per la nostra vita. Un dono da non dare mai per scontato e che non andrà mai abusato, ma accolto e al contempo lasciato libero di esserci oppure no, di restare o di andare.
Ma la gioia, la felicità, la completezza, l’integrità, che nascono dalla ricongiunzione con l’anima divina, saranno sempre e solo da ricercare e trovare dentro noi stesse/i.
E la cosa più bella è che sono sempre accessibili, e sempre vive, in ogni momento e in ogni luogo, a prescindere da chiunque avremo la fortuna – o la sfortuna – di incontrare lungo il nostro cammino.

Non è bellissimo sapere che non abbiamo bisogno che arrivi qualcuno a renderci felici, ma che abbiamo la possibilità di esserlo e basta?
Non è bellissimo meritare la felicità, e avere la possibilità, in ogni momento e in ogni luogo, di viverla?
Non è bellissimo essere la nostra stessa felicità?



Fotografia raccolta da Pinterest