Questa è una delle frasi che ultimamente ho ascoltato, che spesso si dice e si sente, e che ogni volta mi lascia dentro un profondo disagio. Perché se fosse vera, io – e non solo io – avrei vissuto il mio percorso interiore inutilmente per quasi quaranta anni. E avendo fatto del percorso interiore, intimo e solitario, la mia unica vera ragione di vita, questa vita sinora l’avrei completamente sprecata.
Per fortuna ho camminato abbastanza per sapere che non è così, e che sono queste frasi ad essere profondamente sbagliate e oserei dire dannose.
Credo, ho sempre creduto, e sempre crederò, che la vera felicità sia uno stato d’essere interiore che solo e soltanto noi possiamo nutrire e realizzare. Perché non è qualcosa che viene dagli accadimenti esterni della nostra quotidianità, o che ci è concessa da qualcuno o qualcosa che arriva nella nostra vita, salvandoci dall’infelicità e dall’incompletezza, ma è il respiro stesso dell’anima imperitura che vive dentro, e prescinde da tutto. Un respiro luminoso, giocoso, che porta a toccare le stelle con un dito.
Dedico da sempre la mia vita alla ricerca della percezione animica, e spesso sento e vivo la gioia interiore di cui è fatta a prescindere da ciò che mi accade. Certe volte è molto forte, tanto da farmi sentire leggera e piena di luce, altre volte è lieve e silenziosa, coperta dalle nuvole, eppure sempre presente.
Aspetta che io mi liberi dalle zavorre e che la ascolti, perché è una gioia paziente.
Esiste, da innumerevoli vite, e non dipende da nessuno. Solo da chi ce l’ha dentro. Solo da chi è quella stessa gioia.
Perché nel profondo siamo esseri di anima. E l’anima è quella stessa gioia, quella stessa armonia. È puro amore. È vera felicità.
Perché mai, dunque, dovrei anche solo pensare di desiderare, o peggio, di avere bisogno, di qualcuno o qualcosa che arrivi a “rendermi felice”? Comprendo che chi non vive un percorso spirituale e non ha lavorato internamente, per tanti anni, su se stessa/o, possa pensare che serva un intervento esterno, estraneo a noi stesse/i, per ottenere la felicità, per essere “finalmente felici”. Ma non è così, non è affatto così. E finché si cercherà la felicità in posti diversi e lontani dal nostro centro numinoso, non la si troverà mai.
Si avrà al massimo una effimera percezione di felicità, passeggera o duratura, più o meno intensa, che non sarà mai stabile e sicura perché dipenderà sempre da condizioni esterne a noi, ma che ci farà credere di essere felici.
Questa però non è la vera felicità. Ne è un’eco, forse, e può essere estremamente piacevole, può dare addirittura la sensazione di essere complete, ma non è così.
Perché anche la completezza, l’integrità, che portano la gioia, la felicità, possono essere allo stesso modo trovate solo dentro di sé, possono essere coltivate e rese salde solo da noi stesse/i.
Da noi stesse/i e da nessun altro/a.
Chiediamoci se davvero, davvero abbiamo bisogno di qualcosa o di qualcuno che arrivi sul cavallo bianco a renderci felici, o se non sia meglio alzarci in piedi e trovare il coraggio di reclamare con forza la nostra vera felicità, quella preziosa, intima, indipendente e imperturbabile gioia che ci fa bastare a noi stesse/i e che porta ad essere veramente integre/i e complete/i.
Se poi, durante il percorso, si incontrerà qualcuna o qualcuno che contribuirà alla reciproca ricerca della gioia, senza metterla in difficoltà – come purtroppo spesso accade – ma sostenendola e alimentandola; qualcuno che ogni tanto offrirà – e riceverà – un abbraccio quando la stanchezza si farà sentire, e che non camminerà davanti a noi o dietro a noi, ma accanto a noi, per qualche breve momento o per un tempo più duraturo, questo sarà un bel dono da parte della vita per la nostra vita. Un dono da non dare mai per scontato e che non andrà mai abusato, ma accolto e al contempo lasciato libero di esserci oppure no, di restare o di andare.
Ma la gioia, la felicità, la completezza, l’integrità, che nascono dalla ricongiunzione con l’anima divina, saranno sempre e solo da ricercare e trovare dentro noi stesse/i.
E la cosa più bella è che sono sempre accessibili, e sempre vive, in ogni momento e in ogni luogo, a prescindere da chiunque avremo la fortuna – o la sfortuna – di incontrare lungo il nostro cammino.
Non è bellissimo sapere che non abbiamo bisogno che arrivi qualcuno a renderci felici, ma che abbiamo la possibilità di esserlo e basta?
Non è bellissimo meritare la felicità, e avere la possibilità, in ogni momento e in ogni luogo, di viverla?
Non è bellissimo essere la nostra stessa felicità?
Fotografia raccolta da Pinterest
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