Le radici si nutrono di morte, e la trasformano in vita che cresce e si evolve, che si protrae per toccare le altezze, muovendosi simbolicamente verso ciò che è aereo, sottile, leggero. Impalpabile, come un fantasma.
Radici e fantasmi hanno molte storie da raccontare.
Immagino inquieti fantasmi che emergono dalle vecchie radici umide di un albero morto.
E vagano senza posa. Sussurrano i segreti del sottosuolo, ma nessuno può sentirli.
Accanto a loro restano le radici. Radici che abbracciano, talvolta stringono, o si aprono come le dita di una mano scura e grinzosa. Cercano, afferrano, assorbono.
Per le loro forme contorte spesso paiono creature irrequiete, talvolta raccapriccianti. Del resto, appartengono al regno sotterraneo, all’oscurità, e non sono fatte per essere guardate.
Si nascondono agli occhi, incuranti, e continuano a svolgere le loro segrete trasmutazioni, penetrando il terreno, insinuandosi nelle profondità più recesse, fra vermi e putrefazione.
Quando vengono eradicate sembra quasi che si accartoccino su loro stesse, disturbate dalla luce. Seccano, deperiscono, e diventano la morte di cui altre radici si nutriranno.
Fra le loro braccia nere, i fantasmi riposano e trovano la pace.
***
Ho scritto questo brano dopo aver visitato il Museo delle Radici all'interno del Castello di Piovera, e dopo essermi soffermata a lungo sul significato delle radici.
Illustrazione di Barbara Baldi
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