Frammenti di Isobel Gowdie
“I was in Downie Hill, and got meat there from the Queen of Fairy, more than I could eat. The Queen of Fairy is heavily clothed in white linen, and in white and lemon clothes (…); and the King of Fairy is a brave man, well favoured, and broad-faced (…). There were elf-bulls, routing and skirling up, and down there, and they affrighted me.”
Confession of Isobel Gowdie, 1662
(“Ero a Downie Hill e lì ho ricevuto molta carne dalla Regina delle Fate, più di quanta potessi mangiarne. La Regina delle Fate è vestita di lino bianco, e di abiti bianchi e color limone (…); e il Re delle Fate è un uomo coraggioso, ben favorito, e dal viso largo (...). C’erano tori-elfo, che correvano e sfrecciavano su e giù, e mi spaventavano.”)
Isobel Gowdie è una delle presunte streghe più famose in Scozia. Le sue confessioni sono conosciute e analizzate da molte/i studiose/i, per la loro corposità e il loro valore.
Il materiale che la riguarda è estremamente vasto, pertanto porto l’attenzione solo su alcuni dettagli che emergono dalla storia e dalle parole di Isobel.
Isobel Gowdie era una donna scozzese che pare fosse molto bella, e che all’epoca delle sue confessioni doveva avere all’incirca 30 anni. Conosceva bene le tradizioni della sua terra, e si presume potesse essere una sorta di cantastorie nel suo villaggio, per questo si pensa che molto di ciò che lei confessò siano in realtà leggende locali unite in parte alle sue esperienze personali.
Confessò, senza che nessun inquisitore dovesse ricorrere alla tortura, e raccontò di essersi votata al Diavolo diversi anni prima, giurandogli fedeltà mentre teneva una mano sopra la testa e una sotto la pianta del piede.
Faceva parte di una congrega di tredici streghe, ognuna votata come lei al Diavolo, e ognuna di loro aveva un nome speciale che veniva usato segretamente, e che solo loro conoscevano. Alcuni di questi nomi erano Red Reiver (Riverbero Rosso), Swein (Suina), Over-the-Dyke-with-It (Sopra la Diga con Esso), Able-and-Stout (Abile e Robusta), e in altri stravaganti modi ancora.
In nome del Diavolo lei e le sue compagne compirono molte azioni orribili – questo è sempre stato ciò che gli inquisitori volevano sentire dalle presunte streghe, ed è quello che loro spesso raccontavano per farli contenti ed evitare la tortura – come rovinare i raccolti, far ammalare le persone, uccidere, dissotterrare ossa e governare il vento.
Sia Isobel che le sue compagne potevano mutare forma, ognuna nel proprio animale più affine. Isobel si mutava spesso in uccello, in particolare in una taccola dalle piume fuligginose, o in un “kae” – un piccolo pappagallo nordico. Le sue compagne Elspet Chisholme e Maggie Brodie si mutavano in gatti, mentre Isobel More era una lepre.
Il Diavolo, invece poteva assumere la forma di animali diversi, poteva diventare un corvo, o un cervo, o altri animali ancora. Non era solo il capo della congrega di cui Isobel faceva parte, ma anche il loro amante. Faceva loro credere che non esistesse altro dio fuorché egli stesso. Pretendeva assoluta obbedienza, e nel caso in cui loro non avessero realizzato i suoi voleri poteva colpirle o rimproverarle brutalmente.
Nei raduni a cui Isobel partecipò, comparve anche la Regina delle Fate, vestita di un abito bianchissimo, e il Re delle Fate, bello e dall’ampio volto. Attorno a loro vi era abbondanza e gioia, e i tori-elfo – secondo le leggende scozzesi erano tori fatati, più piccoli di quelli normali, con il pelo grigio e le orecchie ritte – correvano liberi.
Durante i banchetti Isobel ricevette molto più cibo e carne di quanti potesse mangiarne, come spesso accadeva nei raduni di molte altre streghe, in tutta Europa, e la presenza della Regina delle Fate era per lei un grande onore.
Si pensa che Isobel e le sue compagne assumessero alcune sostanze che alteravano lo stato di coscienza e provocavano allucinazioni, ma il ripetersi dell’assunzione di certe sostanze avrebbe provocato una mente annebbiata, mentre Isobel, nelle sue confessioni, era brillante e accurata.
Ciò che successe a Isobel dopo le sue confessioni volontarie non è risaputo. Si presume che possa essere stata uccisa come le altre streghe dell’epoca, ma non sono mai state trovate prove in merito, né i documenti del suo processo, che forse non venne mai eseguito.
Di Isobel Gowdie resta la memoria e la ricchezza delle sue confessioni, nelle quali la leggenda si unisce alla realtà, la presunta allucinazione all’esperienza reale e diretta, il mondo visibile a quello invisibile.
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Le notizie su Isobel Gowdie le ho raccolte e riassunte dal libro Accused. British Witches Throughout History, di Willow Winsham, pagg. 80-90. Sulle visioni di Isobel Gowdie esiste poi un altro libro davvero ricco e prezioso, purtroppo non proprio accessibile a tutte/i, dal titolo The Visions of Isobel Gowdie, di Emma Wilby, per chiunque volesse approfondire l’argomento.
Ringrazio il mio caro amico Alessandro Zabini che me ne aveva parlato, ormai tanti anni fa.
Illustrazione di Julia Jeffrey
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