È raro vedere ancora le cicogne, ma ogni tanto qualcuna compare. Credo sia una grande fortuna incontrarne ancora, specialmente vicino a casa.
Facendo un po’ di ricerca sulla cicogna ricordo che la sua simbologia più nota è quella che rimanda alla fertilità e alla prosperità, soprattutto in riferimento alla sfera famigliare, ma scopro che c’è molto di più.
Le cicogne sono uccelli rari, sono portatrici di fortuna, e nell’antichità erano sacre alla dea Era-Giunone, in quanto “epifanie della Grande Madre generatrice di vita, dai molti nomi”.
Rappresenta l’amore materno per le proprie figlie e i propri figli, ma in modo particolare l’amore delle figlie e dei figli per i propri genitori, “quando divengono vecchi e incapaci di procurarsi il cibo”. La cicogna si prende cura di loro, con amore e compassione, e suggerisce di fare lo stesso.
Scrive così Eliano:
“Alessandro di Mindo afferma che quando le cicogne arrivano alla vecchiaia si trasferiscono sulle isole dell’Oceano e là mutano il loro aspetto in sembianze umane, ottenendo così una ricompensa per la pietà verso i genitori (…).”
Immagino delle splendide cicogne che si mutano in donne alte e dai lunghi capelli, neri con grandi ciocche bianche, e come fanno le stesse cicogne, danzano insieme su un’isola segreta, in mezzo all’Oceano, luogo oltremondano ove si vive nella gioia e nell’armonia, dopo aver completato i propri sacri compiti durante la vita.
Presso gli Egizi la cicogna rappresentava proprio l’amore filiale, e il suo geroglifico simboleggiava una persona che ama la propria madre e il proprio padre, “essa infatti, dopo essere stata allevata dai genitori, non li abbandona, ma rimane con loro fino a quando hanno raggiunto l’estrema vecchiaia e se ne prende cura.”
E ancora: “La pietà verso i genitori non poteva non evocare quella verso la divinità come “madre” del genere umano e di ogni essere vivente.” Un uccello maestoso che richiama il profondo legame con le antenate e gli antenati, e che ai miei occhi si concentra in particolare sull’amore e la devozione di una figlia non solo per la propria madre ma anche per la Grande Madre che tutto genera e tutto riaccoglie nel suo grembo.
Amore per la famiglia, ma anche amore e cura per la propria casa. Le cicogne infatti tornano sempre ognuna al proprio nido, anche dopo lunghi viaggi migratori. Proprio il loro nido, grande e costruito su torri, pali della luce, e in genere basi molto alte, mi fa pensare alla cicogna come guardiana, spirito tutelare della casa e di coloro che la abitano.
Non comunica con versi particolari, ma picchietta il becco e danza, questo è il suo parlare.
La cicogna in Oriente rappresentava anche la longevità e la rinascita, così come l’immortalità.
Leggo dal bel libro di Leslie Morrison:
“Questo uccello potrebbe preannunciare il momento di ricollegarti alle tue radici ancestrali e ai fondamenti della struttura familiare.” E ancora: “La cicogna detiene l’antica conoscenza delle danze sacre della fertilità, e ci ricorda che tutti abbiamo il potere di danzare i nostri più autentici desideri nella creazione (…).”
C’è molto altro ancora, ma mi fermo qui.
Inutile dire quanta profonda affinità senta con questo grande uccello. Un bellissimo e fortunato incontro del quale mi sento molto grata.
Spero che queste notizie siano utili anche ad altre e altri, le ho scritte per me, ma mi piace sempre condividerle.
***
Per la simbologia della cicogna ho attinto ad Alfredo Cattabiani, Volario, Oscar Mondadori; e da Leslie Morrison, Il simbolismo degli uccelli. Saggi con le ali, Edizioni Mediterranee, pagg. 124-126.
Fotografia di autrice o autore sconosciuta/o, raccolta dal web
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