Il velo si assottiglia e i mondi si incontrano, e si riuniscono.
Le lanterne di rapa e zucca dai volti gentili fanno luce fuori dalle porte e dalle finestre. Richiamano a casa gli spiriti dispersi, invitandoli alla cena silenziosa.
Le zucche ghignanti dai volti terribili, con le fiamme che bruciano dagli occhi e dalla bocca, spaventano e allontanano le entità malevole.
Ogni cosa è al suo posto. Chi deve arrivare arriva, chi deve allontanarsi si allontana.
Non serve avere paura dei mostri che stanotte vagano per le strade.
Non serve scacciare l’orrido e il macabro, per rimanere “elevati e puri”.
Serve prendere confidenza con la paura che abbiamo della morte.
È la paura che genera i mostri.
E farsi mostro, guardandosi allo specchio, aiuta ad affrontarla, ad ascoltarla e a farsela amica.
La morte è un’amica bianca e gentile.
E coloro che sono oltre il velo, spesso hanno solo bisogno di essere ricordati.
***
Cadrò nel banale, ma trovo che una frase sentita ripetere molte, molte volte ultimamente, sia quanto di più adatto a questa notte. Sono sicura di non essere l’unica ad averla a cuore.
Pertanto, felice Notte degli Spiriti “A quelli prima e a quelli dopo, a noi ora e a quelli oltre. Visibili o non visibili, qui ma non qui.”
Raccontiamo le loro storie, e le nostre. Ricordiamo.
Abbandoniamo la paura. Abbracciamo i nostri mostri.
Fotografia di autrice o autore sconosciuta/o, raccolta da Pinterest
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