lunedì 26 aprile 2021

Benedetta sia la Morte

Oggi rientro lentamente nei miei ritmi, oggi mi muovo lentamente, respirando, fermandomi, e respirando nuovamente.
Ieri mattina è finita una piccola grande agonia, ciò che avrebbe dovuto durare poche settimane, in realtà è durato molti mesi, e per quanto ne fossi inizialmente felice, nell’ultimo periodo il declino era stato tale che era ormai impensabile continuare un’esistenza in quello stato.
È finita la piccola grande agonia, ed è finita per mia scelta, perché non c’era più altra scelta.
Non ho vergogna di dire che non ce la facevo più. La stanchezza fisica e mentale era oltre il limite, oltre la pietà, e questo mi rendeva estremamente nervosa. Così l’energia che non era dedicata a pulire, lavare, vigilare, essere sempre in ascolto, essere sempre presente, giorno e notte, era sperperata nella necessità di buttare fuori ciò che non poteva stare dentro. Era l’unico modo per poi tornare a prendermi cura, ad agire con amore, a voler bene.
La morte è il dono più grande che si possa ricevere quando la vita non è più degna di essere vissuta.
E mi crogiolo in questa piccola morte io stessa, come se fosse un morbido giaciglio bianco, talmente soffice da darmi la sensazione di essere appoggiata su una nuvola, sulla quale posso finalmente riposare.

Ieri ho pulito, e lavato, e spazzolato e sfregato. La casa e me stessa. Il mio corpo aveva bisogno di restare immerso nell’acqua senza la fretta di dover uscire, il mio cuore aveva bisogno di battiti lenti, di un ritmo calmo e sommesso. I miei polmoni avevano bisogno di respiri lunghi e profondi. La mia testa aveva bisogno di vacuità. I miei occhi di dormire. Dormire a lungo, completamente abbandonati al sonno.
E ho ancora bisogno di tutto questo. Pochi istanti non bastano, il riposo e la rigenerazione richiedono molto più tempo.

Oggi sento una lieve mancanza, di ciò che però non c’era già più.
Oggi la pace si è stesa come un candido velo impalpabile.
Oggi la mia presenza non è necessaria.
Oggi posso permettermi di non esserci.

Benedetta sia la morte, quando giunge a portare sollievo,
quando giunge a guarire l’anima.

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