venerdì 26 agosto 2022

Il Velo di Neith

Nel libro dedicato a Isis e Osiris, Plutarco riferisce dell’iscrizione presente sulla statua della dea Neith, nel tempio di Sais a lei dedicato. L’iscrizione dice:

Io sono tutto ciò che è stato, che è e che sarà,
e nessun mortale sollevò mai il mio peplo.


Queste parole vengono spesso associate a Isis, mentre il peplo diviene il velo, simbolo di ciò che cela il divino agli occhi dei mortali. Sollevarlo avrebbe significato vedere l’essenza più pura della dea, e svelarne – letteralmente sollevarne il velo – il mistero.
Proprio al mistero della dea Neith – o Isis nella sua versione – si riferisce il poeta tedesco Novalis nel 1700, con questi catartici versi:

(…) a uno riuscì
- Egli sollevò il velo della dea di Sais -
Ma cosa vide? Vide – meraviglia delle meraviglie
Se stesso
”.
Dipinto di Edwin Long, raffigurante una Sacerdotessa di Isis. Sullo sfondo, l'artista accenna alle quattro musiciste e alla danza delle danzatrici sacre, dipinte nella tomba di Nebamon.

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