lunedì 29 agosto 2022

Neith, la Grande Madre egizia delle origini

Prima di ogni cosa, prima di tutte le dee e di tutti gli dei d’Egitto, prima della vita e della morte, prima della creazione stessa, vi era Neith. Solamente Neith, la demiurga, la prima madre, colei che tutto crea da se stessa e da cui ogni cosa ebbe origine.
Lei era l’acqua dell’oceano primordiale, il Nun, e nel suo primo fremito, nella sua prima increspatura, Neith ebbe coscienza di se stessa e iniziò a creare.
Partorì la stella solare, Ra, e al contempo il suo più atavico nemico, il serpente Apophis, dando origine al divenire e all’incontro-scontro fra luce e ombra. Partorì le prime dee e i primi dèi, e generò l’umanità. Ogni donna e ogni uomo aveva come prima madre divina Neith.
Il suo nome sembra significare “Colei che è”, poiché lei era “tutto ciò che è stato, che è e che sarà”. Veniva invocata come “l’Antica”, la “Madre degli Dèi”, “Colei che illuminò il primo viso”; era la dea che aveva creato la nascita, modellava corpi e anime come fossero d’argilla, ed era talvolta identificata con la “vacca celeste”, che in egual modo si dice avesse creato il mondo. Gli animali con cui talvolta si identificava erano la mucca, il serpente e la leonessa.
Ma soprattutto, Neith era “il grande flusso”, l’acqua primordiale della vita, il liquido amniotico che scorre e vivifica ogni cosa. Da lei ogni cosa fluisce e viene al mondo.
Madre delle creature acquatiche, in particolare dei serpenti e dei coccodrilli – raffigurata mentre allatta al seno un piccolo coccodrillo, il dio Sobek suo figlio – Neith era considerata sia donna che uomo, sia madre che padre, comprendeva in sé entrambe le nature femminile e maschile, oppure era definita asessuata; eppure era sempre rappresentata con corpo di donna. Era la Grande Madre degli Egizi, che rimaneva femmina pur dando vita, incarnando e ospitando sul suo corpo il femminile e il maschile in egual misura e assoluta parità.
Neith era la madre più antica, onorata nel periodo della preistoria egizia fino al primo periodo dinastico. In seguito venne lasciata da parte e altre divinità femminili, in particolare Hathor e Isis, ebbero maggiore importanza, ma lei non venne mai dimenticata. Divenne la dea della città di Sais, di cui era matrona, e i suoi culti proseguirono in modo più contenuto.
Il suo simbolo e geroglifico è un segno misterioso, ha molteplici significati e subì alcuni mutamenti.
Inizialmente rappresentava due frecce incrociate sopra uno scudo, in quanto Neith, pur essendo una madre-padre creatrice non disdegnava la guerra. Uno dei possibili significati del suo nome era “la terribile, la terrificante”: era protettrice attiva dell’Egitto, e in quanto tale, all’occorrenza, era una guerriera, spietata e inarrestabile contro i nemici che minacciavano le sue creature e mettevano a repentaglio l’armonia della sua terra. In questo contesto era anche signora delle armi e guardiana dei morti in battaglia.
Col tempo, le frecce e lo scudo di Neith si “ammorbidirono” e il suo simbolo venne interpretato come una spola da telaio. Così la grande madre delle origini divenne dea della tessitura e della produzione delle sacre garze che avvolgevano le mummie per il loro viaggio oltremondano. Neith divenne dea dell’oltretomba, dei morti e del rito d’imbalsamazione, al fianco di altre dee a lei simili.
Pare tuttavia che il suo simbolo avesse un significato ancora più antico. Assomiglia infatti alla forma degli elateridi, una famiglia di coleotteri detti anche ferretti – i click beetle – che in Egitto è facile trovare vicino alle acque del Nilo. In questo senso il geroglifico richiamerebbe un insetto dell’ambiente umido, che potrebbe simboleggiare la creazione della vita dall’acqua, considerando anche l’estrema importanza che gli antichi egizi attribuivano ai coleotteri, in particolare agli scarabei. Uno degli altri possibili significati del nome di Neith, era “acqua”.
Con l’arrivo dei Greci, Neith venne ricordata quasi esclusivamente nel suo aspetto di dea guerriera e venne associata interamente ad Athena. Ma la sua origine di creatrice primigenia, chiamata ancora nel periodo del Nuovo Regno “Madre e Padre di tutte le cose”, sopravvisse, seppur in modo più nascosto, “velato”. Neith potrebbe infatti essere considerata la prima dea misterica – nascosta lei stessa da un peplo-velo che “nessun mortale sollevò mai”.

***

Io sono tutto ciò che è stato, che è e che sarà,
e nessun mortale sollevò mai il mio peplo
.”
Iscrizione sulla statua di Neith nel tempio di Sais
Le fonti utilizzate per questo brano di appunti e riflessioni sono le seguenti:
Geraldine Pinch, Egyptian Mythology, Oxford University Press, pagg. 169-170;
Richard H. Wilkinson, The Complete Gods and Goddesses of Ancient Egypt, Thames & Hudson, pagg. 156-159;
Mario Tosi, Dizionario Enciclopedico delle Divinità dell'Antico Egitto, Ananke;
Barbara Faenza, Neith, la dea guerriera, articolo di Storica – National Geographic, 16 febbraio 2022.

Consiglio vivamente la lettura di questo articolo di Stefania Tosi, tratto dal suo libro La Dea delle Origini, di UnoEditori: Neith, il culto della dea madre nell'antico Egitto

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciami un pensiero

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.