Questa mi chiama, ha qualcosa da dirmi, penso.
Questo simbolo mi brilla dentro, deve essere un frammento di quello che cerco.
Ed è sempre così.
Non si può conoscere tutto, non basterebbe una sola vita, e non mi interessa nemmeno farlo.
Seguire i brillii, vedere dove portano, ascoltare cosa dicono, e ritrovare riflessi perduti o dimenticati, è l’essenza del mio cercare e camminare.
E condividere, con chi vuole leggere e ascoltare, una parte di quello che incontro e imparo a conoscere, mi rende molto felice.
Questo mio primo viaggio sotterraneo e istintivo nella terra egizia è quasi giunto al suo termine, comincio a sentire l’esigenza di tornare a casa. Mi ci soffermo ancora un pochino – non ho ancora completato tutte le tappe, non ho ancora raccolto e conosciuto tutto ciò che brilla e parla – prima di tornare fra le mie amabili nebbie.
Eppure la distanza non è forse un’illusione?
Alzo gli occhi, e l’ibis sacro – Thoth – mi vola davanti. Guardo in alto, e l’airone cenerino – Bennu – attraversa il cielo terso.
Li ho sempre amati, ora li amo solo un pochino di più.
E tengo stretto nel cuore questo viaggio inaspettato, in una terra inaspettata, che per questi ultimi mesi è stata una casa più che mai inaspettata.
***
So che molte viaggiatrici e molti viaggiatori visitano terre lontane e le vivono sulla pelle. Alcune e alcuni li ammiro. Io non sono una grande viaggiatrice. Ma so che i viaggi che compio, pur senza muovermi, sono tanto profondi e camminati col cuore e con l’anima, da essere altrettanto preziosi.
Forse i miei occhi vedono poco, ma il mio cuore è così pieno di amore per ciò che vede, e sente e coglie, da traboccare, continuamente.
Fotografia di autrice o autore sconosciuta/o, raccolta da Pinterest
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