giovedì 18 agosto 2022

Sacre gestualità

Fra le gestualità sacre che si possono osservare sulle pareti delle tombe egizie, una delle più frequenti è quella dell’adorazione o della preghiera. Un atto molto diverso da quello che oggi viene usato per pregare, con le mani poste palmo contro palmo.
Le donne e gli uomini egizi esprimevano il loro amore per le divinità in un gesto di amorevole proiezione: le mani poste davanti a sé, quasi a formare una coppetta, i palmi rivolti verso la divinità. Questa posa sacra aveva il senso di onorare la divinità stessa o i suoi simboli, lodarla, adorarla, offrire a lei la propria devozione e il proprio amore. Un dono, non una richiesta, un dare, non un chiedere.

Oltre a quello di adorazione, vi era il gesto del conforto, questa volta compiuto esclusivamente dalla divinità – mai dalle persone – verso la donna o l’uomo da essa protetta/o. Una mano vicina al viso, quasi posata sulla spalla. Una gestualità il cui senso sacro era di conforto appunto, ma anche di benedizione, vicinanza. La dea o il dio, in questo modo, diceva “io ti benedico, ti conforto, ti sono vicina/o”.

Infine, la mano nella mano. La dea o il dio prendeva per mano la donna o l’uomo sotto la sua protezione, per condurla/o con sé, attraverso il viaggio nell’altromondo, o attraverso quello della nuova vita.
Ti prendo per mano”, suggerisce, “vieni con me, camminiamo insieme”.
Guardando questo gesto resto sempre rapita e commossa… immagino come ci si senta ad essere prese per mano dalla divinità, ad essere guidate da lei nel cammino, ad essere tenute mano nella mano. E sento che, davvero, non vi sia cosa più bella.

La gestualità delle mani era una pratica sacra – sopravvissuta solo in certi tipi di danza dalle radici antiche, e anche in questo caso svolta raramente con consapevolezza.
Sarebbe bello ritrovare la magia della gestualità, tornare consapevoli dei nostri gesti, anche di quelli che sembrano piccoli e scontati, e compierli in modo vero e semplice.
Nella presenza a noi stesse/i, con intenzione, cura, e amore, sarebbero gesti sacri, offerte care al divino.

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