domenica 10 maggio 2020

Sacrificio e Fedeltà a se stesse

Quanto sei disposta a perdere e a sacrificare per rimanere fedele a te stessa?
Questa è una domanda che mi sono fatta tantissime volte, e che continuo a farmi ogni volta che se ne presenta l’occasione. E la mia risposta è sempre stata solo una: tutto ciò che serve.
È sempre molto facile dire o fare ciò che gli altri vogliono o si aspettano, stare dalla parte di chi si sente che abbia più potere, più bellezza, più seguito, più carisma, anche in ambito “spirituale”, anche se in realtà non si condivide proprio del tutto ciò che diffonde. Ed è altrettanto facile, nel momento in cui proprio non si condivide qualcosa, stare in silenzio e fare finta di nulla, per non creare attrito, per non avere problemi, per non perdere la possibilità di entrare in quella cerchia, o il privilegio di farne già parte. Così ci si tiene vicine le persone stimate, non si infastidisce nessuno, non ci si fanno nemici. Non si viene escluse.
Questo però è un atteggiamento che non fa parte di me, e che anche nei momenti in cui ho cercato di tenerlo, è durato molto poco. Così tante volte ho creato attrito, dove non poteva esserci confronto sereno e comprensivo, ho avuto problemi – sempre e solo io, che pativo ciò che agli altri non importava granché – ho perso occasioni di entrare in cerchi e, laddove ne facevo già parte, sono dovuta andarmene o ne sono stata rigorosamente esclusa.
Non ho potuto tacere o fare finta di niente, quando ciò che ho visto e sentito contrastava fortemente con i miei valori, con il mio senso della giustizia, con la coerenza, con posizioni interiori ed esteriori che sento sacrosante. E questo mi ha portata a perdere sempre.
Ho sempre perso, ho sempre sacrificato.
Sono stata esclusa da ogni sorta di cerchio, o sono stata io a doverlo abbandonare.
Perché sono quella che “non lascia passare”, che non si adatta, che non accetta a testa bassa, e tanto meno con gratitudine, ciò in cui non crede e che ritiene sbagliato.
Ho incassato colpi terribili, parole taglienti, giudizi spietati. Ho visto ergersi muri di separazione invalicabili. Raramente sono stata sostenuta, e non ho mai ricevuto scuse.
E davanti a tutto questo ho sofferto davvero tanto.
In ogni momento avrei potuto evitarlo, fare finta di nulla, adattarmi.
Ma ho sempre scelto consapevolmente di non farlo.
Ogni volta mi sono preparata alla tempesta che ben sapevo si sarebbe scatenata, e ogni volta le mie difese non sono state sufficienti. Così ogni volta sono stata travolta da forze molto più grandi di me.
Eppure non ho ceduto e non mi sono mai pentita di essere stata fedele a me stessa.
Ho sofferto perdite e sacrifici, ma non li ho mai rimpianti.
“Piangerai tanto, ma piangerai in pace con te stessa”, mi sono ripetuta. E ogni volta è stato così.
E ogni volta, alla fine, la tempesta è passata, e io ne sono uscita pulita. Sola, ferita, ma pulita.

E anche adesso, mentre osservo l’ennesima perdita, gli ennesimi sacrifici, e mi chiedo quanto valore avessero per me, così da prendere coscienza della profondità delle ferite, la tempesta sta passando.
Piango tanto, ma piango in pace con me stessa.
E ne esco pulita. Sola, ferita, ma pulita.

***

Quanto sei disposta a perdere e a sacrificare per rimanere fedele a te stessa?
Illustrazione di Yelena Bryksenkova

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