E ho una sola certezza, sono gli occhi di una bambina, o di un bambino, intrisi di stelle.
Puri, luminosi, limpidi come lo zampillo di una sorgente toccata da un raggio di sole.
Sono occhi di una semplicità disarmante, che traboccano gioia, e irradiano amore.
Non mostrano insicurezza, ma solo piena fiducia nella vita e nel destino.
Sono occhi che brillano in un eterno presente, liberi del peso del passato, confidenti del futuro.
Solo purissima luce, e una fanciullezza che l’età non potrebbe mai intaccare.
In quei brevissimi momenti in cui sono stata luce, tutto questo l’ho sentito.
Ed è questo che cerco negli occhi di chi guardo. Basta una scintilla, o la sua assenza, per sapere se mi posso fidare di chi ho davanti oppure no.
Sono rari gli occhi che contengono la scintilla, quasi assenti quelli illuminati.
Chi propone insegnamenti e si pone come guida di percorsi spirituali, dovrebbe mostrare un riflesso di quella luce che si presume abbia risvegliato, ma raramente questo accade.
Soprattutto chi lascia intendere di sapere molte cose, chiede di essere seguito, promette grandi trasformazioni e affrancamenti, si compiace del proprio pubblico e si perde in mille esaltazioni di sé, ha sempre gli occhi privi di luce, e non è qualcuno di cui fidarsi.
Il mondo è pieno di pifferai che suonano il loro strumento, irretiscono chi li ascolta e si fanno seguire verso la rovina. È pieno di burattinai che muovono i loro fili con maestria, tanto da far credere che sia il burattino a scegliere i propri movimenti.
Possono essere carismatici, con un carattere forte, una voce risoluta – per questo sono seguiti da molti – ma non hanno luce. Fanno risuonare le loro parole sulle strade, nelle piazze, sotto i riflettori di un palcoscenico, muovendo certi animi, ma non hanno luce.
Hanno qualcosa di ambiguo negli occhi, talvolta una forza magnetica, ma non è luce.
La luce che brilla negli occhi di una persona illuminata, pienamente ricongiunta con la propria anima e con la dimensione divina a cui essa appartiene, è reale, e molto diversa.
E diversa e meno percettibile è la musica delle sue parole.
È una luce che non chiede di essere seguita. Brilla e basta.
E per quanto sia molto più difficile trovarla, o risvegliarla dentro di sé,
è solo questa la luce che cerco.
E solo questa la musica che danzo.
Illustrazione di Anna Speshilova
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