sabato 23 ottobre 2021

Di lepri notturne e tempo sospeso

Ieri notte, salvando un leprotto e riportandolo dove ormai ho scoperto essere la loro tana, sono passata davanti al piccolo campo di fianco a casa mia. L’erba, tagliata da poco, era coperta da un sottilissimo strato di bruma, e in tre punti diversi, tre lepri adulte mi guardavano immobili. Emergevano dalla foschia con le loro orecchie attente, e il tempo sembrava sospeso. Una di loro ha fatto qualche balzo verso di me, avvicinandosi appena – mi sarei aspettata il contrario – e poi di nuovo è rimasta immobile a osservare.
Quando sono arrivata alla tana, il leprotto l’ha riconosciuta e con due balzi svelti ci si è infilato dentro. Sono uscita dal campo con le scarpe bagnate di rugiada, e sono ripassata davanti alle tre lepri, che adesso brucavano tranquille l’erba umida.
È stata una visione particolare, permeata da una calma e da un silenzio quasi irreali in una strada di paese. Come accade in questi momenti, mi sono sentita parte di una realtà separata da quella comune, una realtà che emerge quando tutti dormono, e tacciono. Una realtà a cui ho sempre sentito di appartenere.
Sono rientrata a casa con quella sensazione nel cuore.
La lego al dito come un anello.

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Diario della Gratitudine

Oggi sono grata per la semplicità delle piccole cose, quelle che il più delle volte passano inosservate.
Per il volo silenzioso degli ibis sacri, in formazione a V, sotto morbidi strati di nuvole rosa, sopra la foschia azzurro-grigia delle campagne di sera.
Per la sensazione di pace meravigliata che provo spesso di fronte a questi voli.
Per il dono di poterli vedere molte volte, ogni giorno.
Fotografia raccolta da Pinterest

martedì 19 ottobre 2021

Ringraziare gli Errori

L’aria si fa fredda dopo il calar del sole, le foglie iniziano a ingiallire e a cadere, danzando nel vento prima di posarsi a terra. Negli ultimi giorni sono arrivati i luì piccoli, che annunciano l’arrivo dei primi freddi, e il pettirosso ha iniziato a ticchettare la mattina presto, quando è ancora buio e il respiro esce come bianco fumo dalla bocca.
In questo periodo il velo si sta assottigliando, ed è più facile vedere, sentire, incontrarsi con ciò che vive al di là, sfiorandone le dita.
In questo periodo si guarda all’immediato passato, al ciclo che si conclude, e si prende coscienza di ciò che è stato, nel bene e nel male.

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Mi guardo indietro, e dentro, e sento una profonda gioia nel cuore, sento che ogni cosa si dipana in un modo armonioso – anche quando sembra che il filo si sia annodato – e ne sono davvero grata.
In questo ultimo periodo sto imparando a ringraziare gli errori, le complicazioni, ciò che sembra difficoltà, ma che poi si rivela un dono.
Gli errori, le complicazioni, costringono a prendere una strada diversa da quella che si avrebbe percorso se tutto fosse andato liscio; impongono la necessità di deviare, di cambiare direzione o idea, di considerare ciò che non si sarebbe preso in considerazione, a volte di incontrare chi non si sarebbe mai incontrata/o. E di creare nuovi intrecci, inaspettati quanto preziosi.
Senza gli errori, senza gli ostacoli che provocano deviazione, senza le difficoltà o i veri e propri impedimenti, le energie non verrebbero movimentate e rigenerate, gli accadimenti non verrebbero scombussolati per essere ricomposti in modo diverso, gli equilibri non verrebbero scombinati così che se ne possano creare di nuovi, forse migliori e più resistenti dei precedenti.
E anche se si tratta di momenti brevi, ciò che portano è sempre qualcosa che merita di essere vissuto.
Fotografia raccolta da Pinterest