Il mio gesto magico, spesso, è quello di chiudere la porta. Con intento, e con le mani cariche di luce.
Così ciò che è disarmonico o invadente resta fuori, e ciò che è dentro resta intatto, protetto.
Cala il silenzio, e si apre il cuore all’ascolto.
Nel silenzio accadono le piccole magie quotidiane. Quando si osserva, immobili, fuori da una finestra, o si ascolta l’emanazione dell’anima del mondo, anche dentro di sé.
Mentre osservavo immobile, appoggiata al vetro della finestra, è arrivato un codirosso spazzacamino. Non mi aveva vista, e così si è infilato fra il vetro e la persiana aggrovigliata di rampicanti. Cercava gli insetti, e io cercavo lui.
Si muoveva con frenetica eleganza, a pochi centimetri dal mio viso, e non si accorgeva del mio cuore che si riempiva di commozione.
Ho mosso le ciglia, mi ha vista, ed è volato via. Ma non lontano, è rimasto su un ramo poco distante, guardandomi attraverso la finestra per qualche attimo, prima di andare altrove. Verso altri vetri, verso altre persiane – tirate a lucido, magre di insetti.
Assomiglia a un piccolo custode del fuoco, un fuoco segreto perché, nascosto sotto le piume fuligginose, non si vede. Ma quando lui spicca il volo e la coda si muta in ventaglio, ecco la fiamma che guizza, e poi freme.
***
Nel pomeriggio ho ricevuto un dono, non per me, ma anche per me. Eppure, essendo l’unica che lo ha notato, è stato involontariamente solo per me.
Sulla striscia di terra che limita e divide due campi, erano posati tutti i guardiani delle acque, in fila, nessuno escluso.
Un airone bianco maggiore, accanto a una garzetta, accanto a un ibis sacro, accanto a un airone cenerino.
Tutti rivolti verso la stessa direzione, tutti immobili, posti quasi alla stessa distanza l’uno dall’altro.
Non so leggere i segni, ma colgo questo dono senza pensare, senza interpretare, senza vaticinare. Lo colgo e basta, con gratitudine, in silenzio.
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