È sempre molto più semplice fare di tutta l’erba un fascio e gettare via tutto, specialmente per chi non ha alcuna esperienza, eppure pretende di sapere.
Le strade più difficili, quelle prive di indicazioni, di sostegno, spesso anche della seppur minima comprensione, sono dolorose e non risparmiano nulla, ma danno tanto. Permettono di scegliere in ogni momento cosa trattenere e cosa abbandonare, cosa proteggere e cosa lasciar andare senza rimpianto. E donano l’integrità.
Su queste strade si è sempre protette, sempre tenute, in ogni passo, in ogni respiro, in ogni istante del lungo processo di presa di coscienza e guarigione.
E alla fine, queste strade portano nei luoghi più profondi, più nascosti e sacri del proprio essere.
C’è molta luce in questi luoghi, e calore, e amore. I rumori della realtà esterna sono attutiti, non arrivano più, e ci si può riposare.
Qui la Madre universale fa sentire la sua presenza, e abbraccia, tiene. Sa, comprende, lenisce, e avvolge in un candido velo di pace.
Siano benedette le strade difficili, siano benedette le sfumature, sia benedetto il bianco, e il nero, e l’universo che sta nel mezzo.
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