giovedì 14 luglio 2022

L'Arte dell'Attesa

Una delle arti più nobili è quella dell’attesa, della pazienza, del saper aspettare. Quello che deve arrivare, arriverà, quello che deve tornare, tornerà, non importa quanto tempo ci metterà a farlo, lo farà. Bisogna solo attendere, senza fretta, serenamente.
Saper aspettare non significa infatti domandarsi continuamente quando ciò che si aspetta verrà, provare inquietudine, mancanza, o tormentarsi nell’impazienza.
Significa avere cura che la porta sia aperta, e che il lume sia acceso.
E avere fiducia.
Significa accertarsi, di tanto in tanto, che la porta non si chiuda, che il lume non si spenga. Che non subentri la dimenticanza.
Significa essere pronte ad accogliere ciò che arriva, o ritorna, nel momento in cui è giusto e naturale che lo faccia. Senza cercare di precorrere il tempo, di attirare con insistenza ciò che non è pronto ad arrivare, perché questo non farebbe che ottenere l’effetto contrario, allontanando, respingendo, l’unico vero rischio che ciò che deve arrivare inverta la rotta.
Senza pensarci, senza preoccuparsi, senza forzare la mano.
E ciò che deve arrivare, arriverà. E ciò che deve tornare, tornerà.

***

Da tempo faccio esperienza di questa virtù, e negli anni ha portato sempre, sempre, tutto ciò che doveva arrivare, e che con pazienza ho atteso. Mantenendo la porta aperta, vegliando che il lume fosse acceso. E per quanto difficile, senza precorrere il tempo, resistendo all’impazienza degli impulsi – in questo caso controproducenti – e lasciando che le condizioni adatte per l’arrivo, o il ritorno, si creassero da sole.

Colei che fila e tesse non sbaglia,
ma il suo tempo è diverso dalla nostra percezione del tempo.
Il tempo si compie quando è il suo tempo.
Allora, ciò che arriva, o torna, è qui.


***

Se ci sono cose che devono arrivare per portare armonia in tutte le sue forme, ci sono anche quelle che arrivano per portare dolore, tristezza, paura. Portano esperienza dell’oscurità, ma non sono fatte per restare.
Non sono fatte per restare.
Allora subentra di nuovo la virtù dell’attesa, nel suo aspetto di veglia armata.
Armata di risolutezza, di protezione, di impassibilità, di fermezza.
Perché occorre spegnere il lume, e chiudere la porta. E accertarsi che restino così.
Senza lasciare che la dimenticanza apra brecce dalle quali non entrerà luce, ma buio.
E senza smettere di vegliare, pur vivendo la propria vita in armonia e spensieratezza.
Allora ciò che non deve più arrivare, ma spesso tenta di farlo, non arriverà. E ciò che non deve tornare, ma spesso tenta di farlo, non tornerà.

***

Occorre scegliere bene cosa aspettare, per cosa praticare l’arte dell’attesa.
Mantenendo la porta aperta, e il lume acceso.
E avendo piena fiducia.
Ciò che deve arrivare, arriva. Ciò che deve tornare, torna.
Dipinto di Amanda Clark

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