lunedì 19 dicembre 2022

Quell'ultima pietra sul fondo

Riflettevo su una cosa successa ieri e su quanto mi abbia ispirata a proseguire, confidente e sicura, sulla mia strada.
Stavo osservando dei quarzi rutilati in un negozio etnico, e come faccio sempre per ogni cosa, li stavo guardando tutti, uno per uno. Volevo scegliere quello che per me era più bello, più luminoso, più chiaro eppure ricco di filamenti di rutilo. Lo facevo con coscienza, perché per me questa pietra ha un significato particolare, e perché mi piace così, perché questo è il mio modo. Amo scegliere accuratamente ogni cosa, dopo aver conosciuto e soppesato tutte le possibilità, senza che nessuna resti ignorata. Solo così posso cogliere ciò che cerco, e ciò che veramente desidero.
La ragazza che aiutava nel negozio mi ha osservata per un po’, nella mia lunga e paziente osservazione, e poi, scambiando qualche sorriso, mi ha detto che lei nello scegliere una pietra, prende la prima che tocca, e che questa, fatalmente, è quella giusta. Che lei non ci pensa troppo su, forse intendendo dare un consiglio sul non essere troppo razionale, sull’agire più d’istinto. E ho ben compreso cosa intendesse. Questo è il suo modo, e credo sia il modo di molte e molti, e va bene così.
Il mio modo però è diverso, perché sono fatta diversamente da così. Non potrei mai prendere la prima cosa che tocco, pensando fatalmente che sia quella giusta, perché il mio di istinto mi spingerebbe a non fermarmi lì, a cercare ancora, e ancora, e a cercare meglio, sempre meglio. A rovistare, a costo di scombinare tutto e dover poi rimettere in ordine. A dedicare tutto il tempo necessario, anche se è molto lungo. A guardare sotto, il più sotto possibile. A scavare addirittura, perché chissà che non sia proprio quell’ultima pietra sul fondo, coperta e nascosta da tutte le altre, ad essere quella giusta per me. La più bella per me, quella che mi chiama, che mi attira, che ha qualcosa da dirmi, o una storia da raccontarmi.
Il mio istinto è quello che mi spinge a cercare e a conoscere ogni cosa, prima di scegliere qualsiasi cosa. E non si tratta per forza di una scelta razionale, eccessivamente mentale, ma di una scelta che ha la pazienza di aspettare, e di compiersi solo dopo che io abbia visto tutto quello che c’era da vedere.
Non mi basta la prima cosa che mi capita davanti. Ma posso sceglierla consapevolmente, se poi risulta essere quella che per me è migliore di tutte le altre.
Se non si conosce tutto ciò che è a disposizione, se non si valutano tutte le possibilità, non credo sia possibile agire con consapevolezza. Richiede tempo? Sì, richiede un tempo lunghissimo, un tempo talvolta infinito. Eppure, se si tratta di qualcosa di importante, non esiste tempo che non valga la pena di spendere. Perché non si tratta solo di scegliere un quarzo rutilato, ma di vivere con presenza la propria vita. Per come sono fatta, la mia di vita preferisco viverla così.
Fotografia di autrice o autore sconosciuta/o, raccolta da Pinterest

giovedì 15 dicembre 2022

Il bosco delle anime-abeti

In un bosco innevato, nascosto oltre il velo del visibile, accessibile solo cavalcando il vento del nord, crescono tanti piccoli e grandi abeti. Ogni abete appartiene a un’anima vivente, ogni abete è verde, rigoglioso e sano, oppure spoglio, malato e rinsecchito, a seconda di ciò che abita nel cuore e nei gesti di colei o colui che rappresenta.
Ogni gesto, ogni parola o pensiero, fa gettare rami e aghi smeraldini, oppure li fa seccare e cadere. Compito di ognuna e ognuno, è fare in modo che l’albero sia il più sano e bello possibile, non per attaccamento al risultato, non per compiacersi di quanto sia bello il proprio albero – anzi, è forse preferibile dimenticare che esista – ma per sincera volontà di essere e rimanere anime verdi, vive, e per verdeggiare tutt’attorno, portando attraverso la propria voce, i propri gesti, la propria sola presenza, abbondanza, ricchezza, luce e bellezza.

Vi sarà sempre chi preferirà agire in modi disonesti, ingannare, emanare oscurità e trasmettere malessere e infelicità, chi crederà addirittura di poter rubare i rami verdi delle altre persone, facendo credere che quei rami sani e forti e belli siano i propri, ma il sacro bosco non mente, né può essere raggirato, e prima o poi l’albero di ognuna e di ognuno si mostra per ciò che è davvero.
Credo sia davvero importante nutrirlo e fare in modo che guarisca, curando il proprio abete, e continuando ad agire nella ricchezza,
nell’abbondanza, nella luce e nella bellezza.

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Questo pensiero nasce dall’immagine e dalla storia di uno dei miei film preferiti, Alla ricerca della Stella del Natale, che consiglio vivamente di guardare, per sentire e vedere con i propri occhi, qualcosa di profondamente bello, e vero.
Fotografia di Emily Churchill