martedì 3 gennaio 2023

Stella

Continua a tornarmi nel cuore un ricordo di tanti anni fa, o meglio, il ricordo di ciò che mia mamma mi ha raccontato tante volte. Ero davvero molto piccola, avrò avuto circa tre anni, e stavo giocando da sola in spiaggia. Una signora si è avvicinata e mi ha chiesto come mi chiamassi… e io le ho risposto.
Poco dopo, la signora, salutando mia mamma, le ha detto: “Ho conosciuto Stella!”
Ovviamente mia mamma non aveva idea di chi stesse parlando. Le ha chiesto chi fosse Stella, e la signora, incredula – mi chiedo ancora cosa avesse pensato – le ha detto: “Sua figlia!”
Mia mamma le ha risposto che il mio nome era Laura, e la signora, sempre più perplessa, le ha detto che mi aveva chiesto come mi chiamassi, e che io le avevo risposto Stella.
Qualche settimana dopo, mia mamma mi ha confezionato un vestitino di cotone fucsia che ricordo ancora, con la pettorina ricamata con tante perline luccicanti, a formare il nome Stella.

Quello che mi è rimasto dentro è quanto sentissi quel nome, senza nessuna spiegazione logica – ero troppo piccola per i ragionamenti razionali – e ancora oggi non solo la parola in se stessa, ma anche tutto ciò che rappresenta – la forma, la luce, il simbolo, tutto – mi risuona dentro, come a richiamare e risvegliare quella bambina che, giocando da sola, diceva agli sconosciuti di chiamarsi Stella.
Ho sempre cercato di onorare e di mantenere viva quella bimba, lo farò sempre, ma adesso che continua a tornare questo ricordo, e che la stella continua ad apparire in varie forme e modi lungo il mio cammino, voglio dedicarmi ancora più profondamente, e con ancora più dedizione, a realizzare ciò che significa per me.

Voglio dedicarmi ad essere quella piccola stella,
che incurante di chi e cosa investe con la propria luce, brilla e basta.
La sua natura è quella di brillare,
e solo quando brilla, e brilla forte, realizza il senso della propria esistenza.
Illustrazione di Amelia Jane Murray

lunedì 2 gennaio 2023

Ritrovare la rotta

Quest’anno passato è stato pieno di nuovi colori e di mancati equilibri.
Ho perso più e più volte il mio centro, eppure in un modo o nell’altro ho sempre trovato piccoli equilibri di breve durata che mi hanno permesso di vivere momenti belli e pieni di calore.
Poi qualcosa è cambiato, e adesso devo ricominciare a cercare.

Negli ultimi giorni, leggendo le belle riflessioni di Rob Briezny sui segni zodiacali, ho trovato questa citazione: “La nave è sempre fuori rotta. Chi naviga lo sa. Navigare significa andare fuori rotta e correggere. Questo ci dà un’idea di che cosa sia la vita.” (Michael Meade)
Briezny la interpreta dicendo: “Deviamo continuamente dal percorso che vorremmo poter seguire con immancabile precisione. Questo non è un errore del sistema, è una sua caratteristica. E finché saremo ossessionati dall’idea che non siamo dove dovremmo essere, saremo distratti dal nostro vero lavoro. Qual è il nostro vero lavoro? Apportare continue correzioni.
Mi sono resa conto che per me è stato proprio così, e lo sarà sempre. Continuare a correggere la rotta, avendo ben chiara la direzione in cui desidero muovermi, è il vero impegno da svolgere con dedizione.
Certe volte, tuttavia, è proprio quando si perde la rotta che si arriva a solcare acque inaspettate. E nelle acque inaspettate sono nascoste esperienze e doni altrettanto inaspettati.
Prima di correggere e riprendere a navigare nella direzione sentita e desiderata, è bello soffermarsi a cogliere ciò che è lì, a disposizione. L’importante è non fare l’errore di dimenticare, abbandonando la rotta, perché vorrebbe dire perdersi e diventare prede al nulla, vittime del caos e del caso. Caos e caso, stesse lettere diversamente disposte, ugualmente piene di angosciosi risvolti.
Il bello della navigazione, di questo perdere la rotta, è vivere tutto ciò che arriva, imparare da ogni cosa, e poi recuperare la rotta e tornare a solcare le proprie acque,
quelle che portano laddove siamo chiamate/i ad andare.

La mia navigazione continua, sull’oceano acquatico e celeste,
a raccogliere stelle
che brillano nel mondo di sopra e nel mondo di sotto.
Guidata da quell’unica stella che credevo fosse lontana,
irraggiungibile,
e invece è sempre stata qui.
A brillare.
Dentro.

Illustrazione di Toshio Ebine