Ho chiuso le porte, permango nel mio silenzio. Il cuore è quieto, adesso.
Le parole sono emerse e sono uscite, si sono riversate fuori come fiume in piena, e ora sono in pace.
Ritrovo, intatta, la fonte di luce che scalda, e brilla, e sa.
Quanta luce emana, mi era mancata, eppure era sempre stata lì, tacita e nascosta. Paziente.
Torneranno le ombre, e mi avvolgeranno nella loro oscurità, lo so, ma le abbraccerò per imparare da loro qualcosa che ancora non conosco, e di cui ho bisogno per essere integra, in ogni frammento, chiaro e scuro.
Adesso siedo nella mia pace bianca.
Osservo le porte chiuse, e respiro di sollievo. Una gioia profonda mi sboccia nel cuore.
È questa la via, adesso.
C’è silenzio, e quiete. E luce.
***
Ho posto domande senza parole, sono arrivate risposte precise e profonde, e parole magiche e vibranti, vive e benefiche, di cui sono intimamente grata.
Alcune sono emerse fra le altre, ricorrenti, nella lettura delle mie carte, altre le ho sentite vibrare dentro, altre ancora sono sfociate negli scritti spontanei, e hanno brillato da sole. Sono e saranno le mie guide magiche in questi giorni e in quelli che verranno. E le ringrazio, tutte. Una parola magica ricorrente, che insiste per essere colta e integrata, e che mi sento di trascrivere qui, è confini.
Confini stabiliti da altri, da rispettare, confini che sono invitata a stabilire io.
Questi sono solo alcuni brevi estratti dei messaggi ricevuti dalle carte estratte da due mazzi diversi.
La carta del ghiaccio mi ha parlato di ibernazione, di immobilità nel ghiaccio, di necessità di calore e luce, di confini.
“I confini sono positivi solo quando noi li modelliamo e spostiamo continuamente, riassestando le loro linee esterne e lasciando entrare quel che è necessario per essere nutrite.”
Rispetta i confini. Offri la tua luce.
La carta delle ombre dell’inverno mi ha suggerito di abbracciare la mia oscurità e accogliere i miei demoni. “(…) ignorarli non li eliminerà dalla storia della tua vita. Usali per trarre ciò che hanno da offrirti.”
La carta della scopa dell’inverno è quella che ho sentito e amato di più, e per diversi minuti l’ho tenuta tra le mani, osservando ammirata la sua illustrazione. Scope magiche appese fuori dalle mura una casetta, e una strega dai lunghi capelli bianchi che entra dalla porta – e si appresta a chiuderla. Protezione, sicurezza, passaggi sicuri. Confini. I miei.
“Spazza via gli intenti insani, mentre crei confini intessuti di protezione.”
“Non tutti coloro che bussano alla tua porta sono giunti lì con buone intenzioni. Le streghe appendono scope sopra le porte per proteggere le loro case dalle energie negative.”
Ricevere la scopa dell’inverno suggerisce che è meglio essere caute e attente, e che è bene stabilire dei confini nei luoghi appropriati.
È un segno che indica di procedere con cautela, dando ascolto ai campanelli di allarme ed evitando di concedere troppa fiducia.
È bene che la scopa resti appesa alla porta, dice.
Ciò è fuori è meglio che resti fuori.
Confini di altri, da rispettare.
Confini miei, da stabilire e mantenere.
Scope di strega da appendere alla porta.
E nel mentre, fare amicizia con i demoni, sciogliere il ghiaccio, offrire luce.
Ricominciare a brillare, incondizionatamente. Ma al sicuro, protetta.
Ringrazio ciò che ha risposto alle mie domande. Fosse anche il mero caso, è stato un caso preciso e oltremodo accurato, che ha parlato proprio a me, qui e ora, non posso negarlo.
Lavorerò dall’interno questi messaggi così importanti, e tornerò spesso a leggere queste suggestioni, per non dimenticarle e praticarle il più possibile.
Eppure devono aver già fatto effetto, le parole magiche che sono ricorse.
La gioia che sento è grande, la luce splende.
Io siedo, nella mia pace bianca, sorrido, e brillo.
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