Da quando ho ricominciato a scrivere il diario privato, dedicato solo e soltanto alle esperienze più magiche o profonde, come anche l’agenda e questo diario pubblico, molte parti di me stessa che erano un po’ disperse e inconsapevoli, hanno ricominciato a riunirsi e stanno confluendo e rientrando nel mio cammino interiore, che le coinvolge tutte. Per questo so che scrivere il diario aiuta davvero, soprattutto a riordinare a vari livelli di coscienza della propria vita, permettendo di creare uno specchio fatto di pagine e inchiostro in cui ritrovarsi e riconoscere le proprie luci e le proprie ombre, i propri limiti da ampliare, gli spigoli da levigare, e le proprie piccole e grandi illuminazioni.
Mano a mano che scrivo il diario, ma anche le mie ricerche, cerco di fare una pratica a cui sono molto legata, ovvero la distillazione degli eventi e la riduzione alla sostanza essenziale.
Le giornate sono fatte di tanti momenti, molti dei quali non meritano troppa attenzione o enfatizzazione, ed anzi, sarebbe meglio lasciarli scorrere senza trattenerli o lavarli via con dell’acqua fresca e pulita. Ma spesso capitano piccole cose che nascondono dietro l’apparenza di gesti e accadimenti semplici e quotidiani, un senso profondo. Questi istanti sono quelli che davvero meritano di essere descritti a parole e impressi nella memoria.
Dallo scrivere ogni cosa, come facevo da bambina – il che comunque è una grandissima pratica di scrittura libera – sto cercando ora di dare più valore a carta e inchiostro, dedicandoli solo a ciò che per me conta di più, e che è più importante per il mio cammino. Così, da tante parole sprecate e inutili, ne traggo solo alcune, le raccolgo con cura e le scrivo.
Spesso sono singole parole cariche di significato, che non hanno nemmeno bisogno di una frase che le contenga e le spieghi. Sono “parole essenziali”, distillati di esperienza vissuta, fiammelle brillanti e, spesso, chiavi che aprono porte di cui prima ignoravo l’esistenza.
Appuntandole e lasciando che il loro significato e gli eventi che le hanno create continuino ad agire e a comunicare sottilmente i loro messaggi, quelle parole-chiave aprono serrature nascoste, e così mi è possibile entrare in quelle stanze e in quei giardini che sono lì apposta, e che custodiscono i simboli e le risposte che guideranno i passi successivi del mio cammino.
Quando distillo la scrittura, e per farlo distillo la mia stessa esperienza, sento davvero di compiere un vero e proprio rituale, una pratica magica a volte semplicissima e giocosa, altre volte molto sofferta, travagliata e difficile, eppure sempre efficace, realmente trasformativa, armonizzante, e all’occorrenza, guaritiva.
Nel prossimo messaggio voglio condividere con chi mi legge un paio di pratiche di scrittura che sperimento da tempo e che mi sono molto utili, perché oltre ad essere carine, magari possono essere utili anche ad altre/i.
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