sabato 13 febbraio 2021

Ci credo davvero?

Ci credo davvero?
Parte I


Ho scelto di condividere alcuni pensieri che ho scritto ultimamente, e che ogni tanto mi ripeto, per ricordare la direzione della mia vita quando mi sembra di essermi persa. Di solito li tengo per me, perché fanno parte del mio cammino più personale, però magari a qualcuna possono essere utili per avere una visione diversa rispetto a quelle che vengono proposte e ripetute in continuazione negli ultimi anni riguardo la via del sacro femminino.
Ci sono altre vie, non solo quelle più esposte. Ci sono altri modi di camminare, altre destinazioni verso le quali muoversi.
Senza alcuna pretesa di insegnare qualcosa a qualcuno – se mai mi metterò nella posizione di insegnare qualcosa a qualcuno, sarà quando avrò realizzato pienamente il mio cammino, e dubito che questo possa succedere in questa vita – metto a disposizione solo ciò in cui credo e ciò che sento, quando mi guardo intorno, e quando, invece, guardo dentro me stessa.

***

Ci credo davvero?

Da diversi giorni sto cercando di mettere in luce e di afferrare, di rendere cosciente, ciò che sento e che credo veramente. Sarebbe semplice dire e dirmi che credo nella immensa, amorevole, luminosa Grande Madre, come è sempre stato e come sempre sarà, ma è come ci arrivo di nuovo, dopo spiraleggianti percorsi che mi portano sopra la terra e sotto la terra, dopo aver camminato ancora nell’antico labirinto, che mi porta lontano e vicino dal centro, che devo comprendere e rivelare a me stessa.
Vivo un costante cammino di spogliazione attraverso le soglie poste sul mio sentiero, e ogni volta che arrivo a una di queste soglie, devo abbandonare qualcosa, qualcosa che fino a poco prima credevo necessario, ma che non lo è. Amare molto qualcosa non significa infatti che quel qualcosa sia necessario, non significa crederci fino in fondo, e questi sono i sacrifici che a volte sento essere richiesti.
So che il momento in cui attraverserò l’ultima soglia, quella della morte, tutto ciò in cui ho creduto e a cui mi sono votata in questa vita scomparirà. Sta a me cercare di rendermi il più possibile leggera e libera da schemi mentali e convinzioni mentre mi muovo in quella direzione, rinunciando con coscienza a ciò che non mi serve; rinunciando a ciò in cui credo di credere, in cui mi piacerebbe credere – perché sarebbe tutto più facile – ma in cui in realtà non credo.
Così mi pongo sempre la stessa domanda, e se certe volte la risposta mi rincuora e mi riempie di gioia, altre volte mi lascia stupita e disorientata, perché le certezze crollano, e si formano delle piccole crepe che poi sta a me colmare di luce perché guariscano.
La domanda che mi pongo sempre è la più semplice di tutte: Ci credo davvero?
E la risposta è altrettanto semplice e vera, se arriva dal profondo senza che la testa la filtri e la renda diversa da ciò che è. Sì oppure no. O è sì, o è no.
Se è sì, il mio equilibrio resta costante e anzi, viene rinnovato e fortificato.
Se è no, lo stesso equilibrio crolla o si incrina, e devo ristabilirlo attingendo a ciò in cui credo, a ciò che sento vero al di là di ogni cosa. Quando è no, però, spesso sorgono risposte rivelatorie, intuizioni preziose, e si aprono soglie e sentieri secondari – quelli più nascosti – che non avrei pensato di poter percorrere, e che portano dove realmente voglio andare, in quei luoghi segreti a cui appartengo.

In questi giorni mi ritrovo a sacrificare, o meglio, a trasformare la mia percezione delle molte e tanto amate dee di cui mi sono sempre circondata, e di cui comunque continuerò a circondarmi, anche se in modo diverso. Forse è perché se ne parla troppo e in modi troppo esposti, mentre io prediligo i cammini più nascosti e riservati, ma sono arrivata a un punto in cui la tanto temuta domanda ha bussato con forza al mio cuore, e io ho dovuto ascoltarla e rispondere, mettendo da parte i moti interiori, per accogliere la altrettanto temuta risposta.
Ci credo davvero? In tutte quelle dee che ho sempre amato, io ci credo davvero?
La risposta, che pur tuttavia conoscevo già da molto tempo, è stata comunque un colpo al cuore.
No.
O almeno, non come vengono descritte, onorate e credute da altre e altri.
Illustrazione di Anna Speshilova

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciami un pensiero

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.