Tempo addietro avevo ascoltato punti di vista molto diversi, ma preferisco ancora seguire il mio istinto e la fiducia in coloro che sento ragionevolmente onesti, e soprattutto in coloro che adesso sono sul campo a raccontare con la loro voce ciò che vedono e sentono intorno a loro. Quanto rispetto, quanta ammirazione per loro: orecchie e occhi che ascoltano e guardano al posto nostro, e raccontano a noi, per noi, la storia reale.
Una vocazione che porta sacrifici, spesso fatali, e che viene comunque seguita col cuore.
Oggi scelgo ancora, come negli ultimi due anni, la loro verità autentica e sperimentata sul campo. E so di essere coerente con me stessa.
In tutto questo, mi innamoro, ancora, della parola magica Resistenza.
Dopo un lungo tempo in cui è stata a mio parere usata in modo sciocco, inappropriato e spesso infantile, oggi recupera il suo vero e potente significato.
Resistenza per i propri valori di vera libertà – un’altra parola abusata che oggi torna ad assumere il suo significato più alto – di indipendenza, di pace.
Resistenza, perché le alternative sono inaccettabili.
Coraggio, perché fino a ieri si usavano le mani per lavorare, accudire, cucinare, ricamare, creare, e oggi le stesse mani imbracciano un’arma senza avere la più pallida idea di come si usi.
Resistenza e coraggio.
E vicinanza anche a coloro che, dall’altra parte del confine, non avrebbero mai voluto tutto questo, e restano sgomenti davanti agli occhi privi di anima di colui che, volenti o nolenti, li comanda.
Sorellanza e Fratellanza fra simili, sostegno oltre i confini.
Unione di intenti, di anime, di mani, contro il male – che esiste e respira – e il suo gelido volto.
Resistenza. Coraggio.
Vedere, Sentire, Raccontare la realtà.
In cuor mio, solo immenso rispetto.
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