domenica 31 dicembre 2023

Per l'Oro e per i Nodi

In questo giorno, nove anni fa, scrivevo queste parole. Ancora oggi le rileggo e le sento vibrare:

Secondo le tradizioni della nostra terra, così come di gran parte dell’Europa, durante questi dodici giorni Berta – o Berchta, la dea della luce e della filatura, compariva nelle case delle donne per controllare il loro filo. Osservava il loro modo di filare e la pulizia della loro casa, e decideva se donare benedizioni, fortuna, oro – simbolo del brillare interiore – e prosperità, oppure se maledire la loro casa, ingarbugliando, sporcando e rendendo opaco e stopposo il loro filo, ovvero portando sterilità e sfortuna.
L’ambivalenza della Berchta non è mai segno di buonismo o cattiveria, ma dipende solo e soltanto da coloro che lei osserva. Rispetto a ciò che vede, dona ciò che ognuna ha veramente e profondamente meritato, o meglio, ciò che ognuna, filando in un modo o nell’altro la propria vita e il proprio destino, ha attirato.
Secondo l’antica legge naturale il simile attira il simile, e ognuno raccoglie ciò che ha seminato, e questa è la parola della Berchta. Lei offre ciò che ognuno ha lavorato per ricevere.
Il motto antico che potremmo associare alla Berchta, è infatti “Quisque Faber Fortunae Suae”: Ognuno fa la propria fortuna/Ognuno è artefice della propria fortuna [o sfortuna].
Per questo onoriamo la Berchta, perché è colei che ci mostra il filo della nostra vita e ci insegna sia a filare meglio, o a scegliere un modo diverso di filare noi stesse, sia ad essere felici, o giustamente insoddisfatte, di ciò che abbiamo filato.
L’unico vero modo per onorarla, e onorare noi stesse, è filare nel modo migliore possibile.
È prestare attenzione alle nostre mani, al nostro cuore, ai nostri occhi, al nostro ritmo, al momento in cui bisogna trattenere il filo oppure rilasciarlo.
È agire con amore e secondo il nostro istinto, che sa sempre in che modo il nostro filo va filato.
Onorare la Berchta è onorare noi stesse, e lei dentro di noi.

Lei ci offre la conocchia, e ci dice: fila.
Ci sorride prima di chiudere dietro di sé la porta della nostra casa, e ci lascia filare, in silenzio, in solitudine.
Perché solo e soltanto noi possiamo filare la nostra vita e il nostro destino.
Nessun altro può farlo al posto nostro.
E la filatura della vita è un’arte sacra che riguarda solo e soltanto noi stesse.
Sole, di fronte a ciò che siamo davvero.
Sole, con il nostro filo.

E torna sempre, la Berchta. Torna a controllare ciò che abbiamo filato.
Ciò che riceveremo dipenderà da noi soltanto.
Un sorriso di luce e una conocchia dorata, oppure uno sguardo di disappunto e tanti fili annodati e ingarbugliati che poi, non c'è dubbio, dovremo sbrogliare e ripulire da sole. Dal primo all’ultimo.

E la onoriamo anche per questo.
Per l’Oro e per i Nodi.
Illustrazione di @suki.agi.illustration

mercoledì 20 dicembre 2023

Della strega, lo spirito e la presenza

“Ci sono donne che non hanno mai preparato un filtro e nemmeno ne conoscono, eppure hanno della strega lo spirito e la presenza, e altre che conoscono a memoria formule e riti di ogni genere, ma della strega non hanno nulla se non il nome che si proclamano da sole.
Le prime hanno una luce negli occhi che è magia pura, anche senza che muovano un dito.”

La luce negli occhi, la magia pura che emana da una strega. È più unica che rara, ed è qualcosa che non si può spiegare, si può solo vedere e sentire. Ne ho vista poca di quella luce nella mia vita, ma è successo. A volte l’ho sentita, mi ha illuminata dentro e mi ha fatta volare, ed è quella che ho sempre cercato e che continuerò a cercare e nutrire dentro, con dedizione e amore.
Onoro e amo la strega che la porta in sé. Lei, la riconosco. Perché porta il suo nome con onestà, incarna realmente il suo significato, e lo dimostra nei gesti, nelle parole, ma soprattutto, nell’essere.
Lei è colei che sa guardare oltre, e colei che vede nel buio con occhi di luce.

Avere della strega lo spirito e la presenza. Non è affatto scontato, è qualcosa che a volte esula dalla propria volontà, e prescinde da qualsiasi eredità.
Lo spirito della strega, è una vivida fiamma che illumina dentro, scalda e guida. Esiste oppure è assente. Ma forse può essere risvegliato.
La presenza della strega, è la percezione di quella fiamma, è la consapevolezza che nasce quando ci si lascia abitare da lei, e si presta ascolto alla sua voce. A volte ispira gesti e parole magiche che portano guarigione e trasformazione, per sé e per gli altri.
Di certo non si presta a esibizioni e vanterie. Davanti ad esse, piuttosto, si attenua e tace.
Perché la strega è discreta, a volte sfuggente come la luce della luna.
È una donna di anima, perché sa tessere i suoi filamenti per creare attorno a sé la magia.
È resiliente, con una grande forza interiore. E quando lo dimentica, non deve fare altro che attingere da se stessa e ritrovare la propria verità.

***

Non hai bisogno di approvazione, né di alcuna legittimazione,
da parte di chi cammina in scarpe diverse dalle tue e non conosce i tuoi passi.
Guardati dentro, e ricorda:
Tu hai, e soprattutto sei, tutto ciò di cui hai realmente bisogno.

Illustrazione di Alexandra Dvornikova

lunedì 18 dicembre 2023

Di parole magiche e magia delle parole

A volte succede che parole luminose prendano forma in situazioni in cui mi sento insicura, criticata, o da meno – senza tuttavia esserlo – per poi tornare durante la giornata a richiamare attenzione e cura. Come gli angoli piegati delle pagine di un libro. Quelle pagine che segni per ricordarti di tornare a leggerle, poiché contengono qualcosa di importante per te.
Le parole a volte vengono in aiuto da sole, quando ci sentiamo in difficoltà, e a volte stupiscono perché è come se non le avessimo pensate, ma avessero parlato da sé.
Quando mi succede, ringrazio quelle parole, magiche, vive di vita propria, indipendenti dalla mia volontà, libere.
Cedo loro il passo, perché arrivano da un luogo-altro che io riesco solo a percepire per qualche attimo e poi scompare. Le ascolto come se a dirle fosse stata un’altra persona, più saggia di me, cercando di imparare da loro e di farle mie in modo più consapevole.

Benedette siano le parole magiche, e la magia delle parole.
Quando ci infondono della loro presenza sono un dono immenso.
A volte quello che hanno da dire è solo per noi e per nessun’altra. A volte invece si esprimono attraverso di noi per portare un messaggio più grande, rivolto a chiunque le ascolti, e accogliendole, ne venga trasformata.

Chiunque si senta toccata dalle parole magiche,
per un attimo si illumina, e percepisce armonia.
Chiunque sia tessitrice della magia delle parole,
attinge dall’armonia, dentro e attorno,
e comunicandola, la rende accessibile ad altre.
La sua è una arte preziosa, perché arriva lontano
e annulla le distanze.
Il tempo non la sfiora, né consuma.
Illustrazione di Tijana Lukovic

giovedì 14 dicembre 2023

Santa Lucia, luce nell'oscurità

Stjärnor som leda oss, vägen att finna,
bli dina klara bloss, fagra prästinna.
(...) tänd dina vita ljus, Sankta Lucia
.”
Jonna Jinton

“Stelle che ci guidano, la strada da trovare,
diventano i tuoi chiari bagliori, bellissima sacerdotessa.
(…) Accendi le tue candele bianche, Santa Lucia.”

***

Ogni anno guardare i video su Santa Lucia di Jonna Jinton è una mia tradizione che mi incanta sempre. Oggi, ascoltando la bella versione di Jonna del canto svedese Natten går tunga fjät (Sankta Lucia), mi è venuta voglia di leggere la traduzione inglese e sono rimasta incantata in particolare da alcune strofe. Ne ho fatto una traduzione italiana, la riporto qui sotto:

Light in the darkness
La versione di Jonna Jinton del tradizionale canto di Santa Lucia

Natten går tunga fjät runt gård och stuva.
Kring jord som sol'n förlät, skuggorna ruva.
Drömmar med vingesus under oss sia,
tänd dina vita ljus, Sankta Lucia.

Trollsejd och mörkermakt ljust du betvingar,
signade lågors vakt skydd åt oss bringar.
Drömmar med vingesus, under oss sia,
tänd dina vita ljus, Sankta Lucia.

Stjärnor som leda oss, vägen att finna,
bli dina klara bloss, fagra prästinna.
/Drömmar med vingesus, under oss sia,
tänd dina vita ljus, Sankta Lucia.


Il bellissimo video originale di Jonna Jinton è disponibile qui: Light in the darkness

***

Traduzione inglese trascritta da Jonna Jinton:

“Night walks with a heavy step
Round yard and house.
As the sun departs from earth,
Shadows are brooding.
Dreams of wings rustling over us in prophesy,
Light your white candles, Saint Lucia.

Spells and dark powers, with light you subject.
Guard of the blessed flames, protection for us brings.
Dreams of wings rustling over us in prophesy,
Light your white candles, Saint Lucia.

Stars that lead us, the way to find,
become your clear flares, fair priestess.
Dreams of wings rustling over us in prophesy,
Light your white candles, Saint Lucia.”

***

Traduzione italiana dalla versione inglese a cura di Laura Rimola:

Luce nell’oscurità

“La notte incede con passo greve intorno al cortile e alla casa.
Mentre il sole si allontana dalla terra, le ombre incombono.
Sogni di ali che frusciano su di noi in profezia,
accendi le tue candele bianche, Santa Lucia.

Incantesimi e poteri oscuri, tu li sottometti con la luce,
vegliare le fiamme benedette, porta a noi protezione.
Sogni di ali che frusciano su di noi in profezia,
accendi le tue candele bianche, Santa Lucia.

Stelle che ci guidano, la strada da trovare,
diventano i tuoi chiari bagliori, bellissima sacerdotessa.
Sogni di ali che frusciano su di noi in profezia,
accendi le tue candele bianche, Santa Lucia.”
Illustrazione di Sarah Ekstrom

lunedì 11 dicembre 2023

Brillare in silenzio

Le ultime foglie dorate si staccano con un debole fruscio e lasciano i loro rami, spogli e umidi.
La nebbia fitta e bianca, nasconde e attutisce. Sul far della sera si tinge di delicate sfumature azzurre, mentre tutto tace.
Immobilità, quiete, attesa. Fra la nebbia una fiammella riluce, creando attorno a sé un fioco alone dorato. È tenue, velata, ma viva.
È verità e messaggio per quelle poche che riescono a vederla.

Restate nascoste, velate la luce, proteggete la magia.
È questo il tempo di brillare in silenzio.
Illustrazione di Maria Gordon

sabato 9 dicembre 2023

Non è tempo per condividere

Non è tempo per condividere, non troppo almeno. Ricordo la gioia degli anni passati, la gioia del condividere tutta la magia del periodo solstiziale, le sue tradizioni, quelle più note e soprattutto quelle allora meno conosciute, e per questo ancora più emozionanti e magiche. Magiche, almeno per me, poiché seguendo il mio filo di ricerca le scoprivo e, scrivendo di esse, sentivo di rivelare qualche piccolo segreto. Qualcosa da vivere insieme, con rispetto e discrezione, con sincerità e senza volere nulla in cambio, perché la gioia del dare era già tutto.
Eppure quel tempo ora sembra lontano, irraggiungibile, forse è svanito.
Quella gioia adesso, se voglio sentirla di nuovo, devo custodirla nel mio intimo, mantenendo le tradizioni in silenzio, talvolta senza fare nulla, se non viverle dentro di me, talaltra vivendole con poche, pochissime amate compagne di via, a cui sono sinceramente affezionata da tanti anni. Le uniche che parlano la mia stessa lingua e con le quali non c’è bisogno di spiegare, perché sanno – e sentono – tutto ciò che c’è da sapere – e sentire.
Mi manca, condividere. Ma non è questo il tempo, e non avrebbe senso farlo. Perché dove c’è troppo, l’unica cosa sensata da fare è togliere qualcosa. Dove migliaia di voci si sovrappongono e confondono, l’unica cosa sensata da fare è tacere.
O parlare sottovoce, in luoghi separati, intimi, segreti. Così che solo poche possano sentire.
E fra loro, condividere ancora. In modi diversi, più veri.
Lasciando il passo,
cambiando strada,
restando nascoste.
Dando, o restituendo, alle stesse parole che usano tutti, un senso differente, più antico e intatto. Quel senso che, dopotutto e per fortuna, non interessa più a nessuno.
Ma che, nonostante tutto, è ancora vivo, acceso, luminoso. Ed è magia.
Fotografia di autrice o autore sconosciuta/o.