Ho raggiunto questa consapevolezza in tanto tempo, ed è una delle poche, pochissime cose nelle quali nutro assoluta fiducia, perché credo facciano parte di quella verità assoluta, che prescinde da ogni piccola e caduca verità personale.
Diverse persone che sono state in punto di morte per poi tornare alla vita, hanno raccontato di aver visto una grande luce amorevole, e di essere entrate in un incantevole giardino, in un frutteto, in un campo fiorito, o comunque in un luogo naturale dalla bellezza indescrivibile, nel quale sono state accolte e accompagnate per un breve tratto da una o più entità luminose. Spesso sono state queste entità luminose ad aver incoraggiato le loro anime a tornare nel proprio corpo, perché che non era ancora il momento di lasciarlo definitivamente. Naturalmente, non si conosce cosa abbiano detto e dove abbiano condotto quelle anime che non sono più tornate in vita per raccontarlo.
Queste entità vengono chiamate in modi diversi a seconda delle religioni – tutti nomi dai quali preferisco discostarmi – ma chi le ha incontrate ha parlato di presenze pregne di un grande amore, che portano abiti – se così si può dire – di colore bianco e che emanano luce e pace.
Mi chiedo chi possano essere, se siano frammenti della Sorgente materna, raggi emanati da essa che prendono forma per guidare le anime che sono appena giunte nell’altromondo, o magari anime loro stesse, che avendo vissuto numerose vite e avendo completato il loro percorso, si sono ricongiunte con la Sorgente, e che ora collaborano con essa al di là del velo. E dopotutto, potrebbero essere entrambe le cose.
Forse è di loro che parlano molte leggende e fiabe, nelle quali entità benefiche, spesso femminili, compaiono nei luoghi liminali, laddove il velo si assottiglia, per offrire consigli e doni a coloro che, alle prese con la vita incarnata, ne hanno necessità. Forse sono loro che certe volte avvertono prima che stia per succedere qualcosa di brutto, così che si possa evitarlo.
O forse sono semplicemente entità guardiane della soglia, che si incontrano nella morte, e che accolgono, abbracciano, accompagnano verso la Sorgente – così che le anime appena giunte possano ritrovarla e riposare nel suo grembo – oppure invitano a tornare giù, nel corpo ancora capace di contenerle, perché proseguano sulla terra il percorso interrotto per il tempo necessario.
E forse sono loro che, accogliendo coloro che, nate e nati sulla terra con uno scopo, ne considerano insieme l’andamento e la realizzazione.
Ed è proprio questo che spesso mi chiedo, quando perdo la rotta e mi areno sui cigli di strade poco battute. Quando le incontrerò, quando mi accoglieranno oltre il velo, sulla soglia del grande frutteto, sarò abbastanza soddisfatta del modo in cui ho provato a comprendere e realizzare lo scopo della mia anima durante la mia vita? Con questo corpo imperfetto, con questa mente fervida, con questo nome, sarò stata abbastanza brava a manifestare ciò che la mia anima si era preposta?
Vorrei incontrare le luminose guardiane ed essere certa di aver fatto tutto ciò che era in mio potere fare. Sarà possibile?
Di certo, è sempre possibile fare di più, almeno un pochino di più. Di certo molto tempo è stato sprecato ad inseguire illusioni, a nutrire rancori, a lenire ferite… e pur tuttavia anche questo fa parte della vita, del percorso, e quindi della vera crescita.
Ciò che spero con tutta me stessa, è di poterle guardare serenamente, di lasciarmi guidare da loro nella pace a cui conducono, in pace io stessa. In pace nell’anima, e in pace con questa piccola Laura che vive qui e ora, e che con tutte le sue difficoltà, sta comunque cercando di fare del suo meglio.
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Ogni giorno è quello giusto, per prendere in mano le redini della propria vita e, finalmente, incominciare a seguire la via dell’anima.